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domenica 18 marzo 2012

Tv italiana: ora è tempo di cambiare!

Sono oltre dieci anni ormai che la televisione ci propina Reality Show come il Grande Fratello, Amici e chi più ne ha più ne metta. Come possiamo allora, oggi, stupirci se "La tv non riesce a voltare pagina dopo Silvio Berlusconi"? (cit. dall'articolo de Il Fatto Quotidiano, ndr.)

Non si vede aria di rinnovamento nel panorama televisivo da tempo ormai immemore. Non sarà certo il caso di parlare di novità solo perché quest'anno Maria De Filippi porta sul campo del serale anche alcuni tra i più noti ex protagonisti. Eppure il Reality Show continua a reggere il confronto con il pubblico, anche se gli ascolti non sono più brillanti come una volta. Ma si sa, la gente ha bisogno dell'intrattenimento televisivo e, anche se la tv propone sempre le stesse cose, l'importante è sorridere un po'.

Ma quando si tratta di informazione, quello che fa sorridere è che oggi si senta la mancanza di Silvio Berlusconi. Diciamo la verità: Matrix o Porta a Porta, e ancor di più gli "altri piccoli talk show", i fratelli minori delle altre reti, per così dire, non possono vivere senza il cavaliere.
E non si tratta di semplice ironia, si tratta di realtà. A stento questi programmi riescono a rispondere alle esigenze del pubblico: capire i temi complessi dell'agenda di governo e conoscere i ministri tecnici, che certamente sono meno propensi al gossip e allo scandalo di certe nostre vecchie conoscenze.

Forse è arrivato il momento di mandare in soffitta il tanto abusato formato televisivo del talk show, insieme a certi volti di cui ormai non se ne può più, fin troppo accondiscendenti, appartenenti a quella specie di giornalisti - ahimè - ormai dominante: quella degli "sdraiati". Non sarà dunque arrivato il momento di fare piazza pulita di opinionisti da strapazzo e giornalisti vetusti o poco incisivi? E soprattutto, non è giunta l'ora di far ripartire il cervello e pensare a nuove idee, senza riciclarsi migrando da una rete all'altra?

Per la televisione credo sia ora di cambiare, in primis per la politica e l'informazione. Questo comporterà la fine della Video Politica? Finché ci sarà un microfono, un video e un pubblico a cui rivolgersi, la Video Politica non avrà fine.

lunedì 13 febbraio 2012

NON SOLO POLITICA - Gabriele Sola per l'Italia dei Valori: social network, videopolitica, Lombardia e Italia.

In occasione dello scorso Consiglio Regionale del 7 febbraio 2012, il Consigliere e Responsabile Nazionale della comunicazione di Italia dei Valori Gabriele Sola si è reso disponibile a rilasciare un'intervista sui temi dei social network, della videopolitica e delle strategie di comunicazione messe in atto dai partiti, in particolare da IDV.

Un'intervista con tanta "carne al fuoco", ritmi incalzanti, ma toni pacati, che non hanno però risparmiato alcune pungenti critiche all'attuale configurazione dell'alleanza politica PDL-Lega, alla credibilità politica della Lega in Lombardia e al governo Monti, accolto con fiducia, ma costantemente sotto l'occhio vigile di Italia dei Valori.

Italia dei Valori è molto attiva su Facebook e su Twitter. Ma qual è secondo lei il rapporto fra la politica e i social network?
"Il rapporto è sempre più stretto." - spiega Sola. - "Siamo in una fase in cui i cittadini pretendono giustamente sempre maggiore centralità e pretendono una politica aperta, che sia comunicazione nel senso compito del termine. La comunicazione non è solo indirizzare verso un target determinati messaggi, è aprirsi anche al cosiddetto feedback, per usare un "brutto" termine, un po' gergale. Ma insomma la comunicazione è fatta di dare e di ricevere. Il social network è lo strumento che nel modo più immediato e più completo possibile - ad oggi - consente proprio questa dinamica, quindi fa sì che ci sia un contatto diretto, estremamente proattivo nell'ottica del cittadino, fra l'amministratore, il personaggio politico e appunto il singolo cittadino. Non sostituisce la piazza, ma integra il concetto tradizionale di piazza, se vogliamo rifacendosi a quello ancor più tradizionale classico di agorà."

Ecco l'occasione perfetta per parlare di Videopolitica. I social network si inseriscono a pieno titolo, per così dire, in questo concetto di piazza. Dunque sorge spontanea la domanda: la videopolitica oggi è sempre più spesso più "video" e meno "politica". Cosa ne pensa il Responsabile Nazionale della comunicazione di IDV di questa affermazione?
"Beh è un'affermazione corretta. La comunicazione è sempre più asciutta, sempre più rivolta alla massa e quindi giocoforza il messaggio viene reso elementare, viene asciugato, sintetizzato. In particolare è un dato di fatto che la televisione soprattutto, per quanto attiene alla comunicazione di massa, mantenga il suo ruolo centrale. Questo fa sì che vi sia una semplificazione e, talora, per certi aspetti, una sorta di "prostituzione della politica" ai linguaggi della televisione."

Per quanto riguarda nello specifico Italia dei Valori, se lei dovesse esprimere in poche parole i pilastri della vostra strategia di comunicazione... "La rete è fondamentale." - esordisce Sola - "Il Presidente di Pietro è da sempre un fautore della rete come strumento di dialogo, di confronto e anche di diffusione delle idee e dei valori del nostro partito. Proprio in questi giorni ha lanciato il suo nuovo blog (http://www.antoniodipietro.it/, ndr.) che invita con particolare convinzione all'interazione e alla fruizione attraverso i social network. Così come centrale è il commento rispetto al post. Quindi sicuramente la rete, ma non solo. Perché un partito che voglia davvero vivere al 101% la propria missione, non può prescindere dagli strumenti tradizionali. E poi attenzione: il web, la rete, il computer - passatemi questo termine ormai arcaico per certi versi - per molti elettori e cittadini - che hanno gli stessi diritti dei più giovani, dei professionisti, di chi utilizza quotidianamente questi strumenti, per quelli meno abbienti, meno preparati, resta uno strumento difficilmente utilizzabile. Quindi non è possibile fare a meno dei mezzi più tradizionali. Noi ad esempio utilizziamo molto le affissioni, perché c'è un target, che è quello degli anziani, per esempio, che è certamente più sensibile a questo strumento. Infine, non possiamo non menzionare l'attività del nostro ufficio stampa molto puntuale e determinata, che agevola il contatto diretto con i media. Siamo un piccolo partito, con risorse limitate e dobbiamo fare di necessità virtù."

Parlando di politica in senso stretto, non poteva mancare una domanda sul ruolo del Presidente della Regione Formigoni. Un ruolo molto discusso, visto che si tratta del suo quarto mandato consecutivo, per certi versi considerato da molti come un'anomalia tipica all'italiana. "Il Presidente Formigoni" - ci spiega Sola - "si ritrova in questo momento in una situazione di estrema difficoltà, che si è creato lui stesso, ricandidandosi nonostante a nostro modo di vedere la legge non glielo consentisse - anche se poi è finita come sappiamo e quindi evidentemente c'era una visione giuridica diversa della normativa -, tra l'altro raccogliendo firme che pare fossero false. Ma a prescindere da tutti questi elementi, il fatto che qualcuno detenga il potere in una Regione come la Lombardia per 16 anni - e si va verso i 20 se questo mandato andrà a compimento - è una stortura. Qualcuno che gestisce così a lungo il potere in una Regione come la Lombardia, fatalmente è a rischio, perché si creano delle incrostazioni di potere, che nel suo caso sono ancora più evidenti: Roberto Formigoni è Comunione e Liberazione, è Compagnia delle Opere e cioè il cervello politico e strategico di un tessuto di potere che condiziona profondamente la Regione Lombardia. Ecco perché è fatale che la stagione di Formigoni si debba concludere. Lui dice che non si ricandiderà e io spero che la legislatura finisca anzitempo per dare la possibilità ai lombardi di voltare definitivamente pagina, anche rispetto a una gestione della pubblica amministrazione che è molto discutibile come testimoniano le recenti inchieste che coinvolgono anche uomini vicinissimi al Presidente Formigoni, come ad esempio Massimo Ponzoni che da sempre è considerato uno dei suoi uomini di fiducia."

Dato che l'occasione fa l'uomo ladro, non potevo non incalzare Gabriele Sola, insistendo sul futuro della Presidenza di Regione: qualche tempo fa, l'ex ministro Maroni ad un comizio varesino ha lasciato intendere con una battuta la possibilità di candidarsi alle prossime elezioni per il governo della Lombardia. Cosa ne pensa? "Sicuramente la Lega tra virgolette, ma fino ad un certo punto, pretenderà, condizionerà l'eventuale alleanza - per altro in questi giorni già messa in discussione sulle elezioni imminenti che riguarderanno diversi comuni e qualche provincia - alla candidatura alla Presidenza Lombarda di un proprio uomo. A tutti coloro che, come noi, pensano che sarebbe una disgrazia, credo che questo debba imporre un grande impegno per evitare che ciò accada. Ciò detto, Maroni rappresenta all'interno della Lega Nord, uno dei volti meno impresentabili. Quindi ci starebbe anche che venisse speso in una battaglia che peraltro si presenta problematica, perché sul territorio sono evidenti le contraddizioni della Lega Nord, che gioca su due o tre tavoli in contemporanea: tiene un linea a Roma e una sul territorio, poi la modifica a Roma, però nel frattempo vota ancora per evitare l'arresto di Cosentino e contro i magistrati con il PDL. Insomma ci sono una serie di contraddizioni ormai evidentissime, e quindi, anche qualora Lega e PDL dovessero schierarsi in una coalizione supportando un candidato leghista, credo che avrebbero vita molto difficile, perché "la Lombardia s'è desta".

Concludiamo con il Governo Monti, un governo tecnico, dalla Lega definito a più riprese come un governo non democratico. Cosa pensa Gabriele Sola come Consigliere Regionale e come Responsabile Nazionale della comunicazione di IDV di questo governo Monti? Potrà rimettere in piedi l'Italia? "Monti ha restituito al nostro Paese una credibilità internazionale che Berlusconi aveva devastato con il suo operato. E questo è già un elemento positivo. Rispetto al Governo Monti noi abbiamo una linea che credo sia la più corretta in assoluto: noi gli abbiamo dato il benvenuto, concedendogli la fiducia, abbiamo espresso una posizione molto critica rispetto al primo segmento del suo cammino, con quelle misure che a nostro avviso penalizzano i soliti noti e non intervengono sui grandi patrimoni, le rendite finanziarie, i capitali scudati, etc.. E d'altro canto, guardiamo con interesse al lavoro in corso in queste settimane. A parole si dice "punteremo sullo sviluppo, sburocratizzeremo la macchina dello Stato". Sono sfide che vale la pena vengano affrontate con decisione. E qualora le misure attraverso cui il Governo affronterà queste sfide fosse condivisibili, Italia dei Valori senz'altro le appoggerà. Bisogna anche dire che però certe uscite come ad esempio quelle molto discutibili sui giovani, o quella sulla possibilità di mettere in discussione l'art. 18, sono posizioni che non possono trovare il nostro supporto in Parlamento. Quindi manterremo una posizione aperta, ma anche critica. Perché il si e il no a prescindere debbono appartenere ad un vecchio modo di fare politica, che in questa fase emergenziale va a nostro modo di vedere superato. Noi siamo per andare presto alle elezioni, perché è giusto che affronti con convinzione le sue sfide, il suo incarico, però è anche vero che questo, a detta di tutti, è un Governo di emergenza e le emergenze non possono durare due anni. E quindi al più presto dobbiamo tornare alle urne, ma con una nuova legge elettorale che vada nel senso di quanto preteso e richiesto dai cittadini attraverso i referendum, che poi purtroppo non sono stati approvati dalla Corte Costituzionale, e quindi si torni a restituire al Paese un Governo eletto e un Parlamento rinnovato, perché questo Parlamento pieno di inquisiti, personaggi impresentabili e che si sono venduti al miglior offerente è un Parlamento che ormai non ha più alcun senso."

venerdì 16 dicembre 2011

NON SOLO POLITICA - Lega Nord Varese: parla il segretario cittadino Marco Pinti

"L'Altra Politica" dà spazio al nuovo segretario varesino di Lega Nord Marco Pinti, eletto a settembre a larga maggioranza.

Si parla del governo Monti e della Lega, della Videopolitica e dei Social Network - un pò criticati a favore di una politica più reale fatta di contatto diretto con la gente, in vecchio stile militanza, tipico di Lega Nord.

Un'intervista diretta, fatta di riflessioni puntuali, non senza una punta di critica pungente.

Il governo Monti ha da poco presentato la nuova manovra anticrisi. Lega Nord sembra essere compatta nel sostenere che non voterà la fiducia. Quali sono i perché che spingono la Lega a dire no a Monti?

"Il governo di un Paese democratico deve essere eletto dai cittadini, soprattutto in una situazione d’emergenza come quella che viviamo dove deve venire dal popolo la legittimazione ad agire. Il governo Monti è un insulto alla democrazia, un’operazione di palazzo che toglie sovranità al popolo per dare il potere alle banche che utilizzeranno questo governo per fare solo i propri interessi. Basta poi notare come 40 dei 47 deputati che hanno abbandonato il PDL fossero eletti nelle circoscrizioni del Sud per capire come questa operazione di palazzo sia stata la reazione dello Stato Italiano alla nostra spinta di cambiamento."

Per quanto riguarda la Lega sul territorio di Varese, Pinti nega, invece, le tanto chiacchierate discordanze cittadine fra un presunto manipolo di Antimaroniani e una maggioranza di fedeli all'ormai ex Ministro bosino Roberto Maroni, rispondendo in modo incisivo alla domanda "Si è parlato a lungo del confronto-scontro interno fra “Maroniani” e “Antimaroniani” nel cuore di Varese. Cosa ne pensa il segretario cittadino neoeletto": "Non esiste alcuno scontro interno. La Lega è compatta con Bossi."

Lega Nord Varese (ma non solo) è molto attiva su Facebook. Pochi sono gli account di Twitter del Carroccio, invece. Nel futuro di Lega Nord Varese c’è anche un account Twitter? Cosa ne pensa il segretario cittadino varesino del rapporto fra Social Network e Politica?

"I Social Network, nel bene e nel male, hanno segnato una rivoluzione. La politica ha il dovere di informare e per farlo bisogna diventare pratici di tutti i mezzi di comunicazione per dare risposte ed essere stimolo a riflettere sulla situazione del Paese. Non dimentichiamo però il rapporto di fiducia tra un movimento come la Lega Nord e il suo popolo si è sempre fondato sul rapporto diretto con le persone che si incontrano per strada. Altrimenti il rischio è quello di diventare movimenti virtuali, votati e amati solo da persone che considerano politica il barricarsi dietro una tastiera e mettere “mi piace” su Facebook. Personalmente ho poi l’impressione che gran parte del tempo che si passa in rete suoni spesso come tempo perso a costruire realtà sognate: la realtà quella vera è quella che si incontra fuori dal computer e per modificarla, se vogliamo modificarla c’è bisogno di gesti concreti, reali."

Videopolitica: la politica odierna secondo molti è sempre più spettacolarizzata. Sempre più Video e sempre meno Politica. Cosa ne pensa?

"Il Video è un ottimo mezzo per veicolare un messaggio politico, per fare una provocazione, per prendere o prendersi in giro. Rimane però che per la sua natura unidirezionale, con un video non si può dialogare, Video e Politica rimangono separati in casa. La Politica è un incontro/scontro di idee che ha per teatro naturale la piazza, vero luogo in cui si può sperare di fare qualcosa in più che occuparsi della reciproca manutenzione dei propri pregiudizi."

foto da www.laprovinciadivarese.it

mercoledì 7 aprile 2010

Le suonerie di Roberto Formigoni

Le elezioni sono passate e Formigoni conserva il suo "feudo Lombardo". Ma scavando nel web indovinate un pò che cosa ho trovato? Se pensavate di aver visto tutto, vi sbagliavate! Roberto Formigoni durante la campagna elettorale ha lanciato un nuovo tormentone della comunicazione politica: le suonerie Formigoni. Sentite qua.

Altro che il gattino delle pubblicità che molti di voi vorrebbero non vedere o sentire più. Idee politiche a parte, destra o sinistra, persino un "tecnologico" come me, crede sia troppo.

....E' la Videopolitca che impera....



giovedì 7 gennaio 2010

Mio commento pubblicato su Affaritaliani.it giovedi 7 gennaio 2010

Travaglismo? Il dibattito continua - Affaritaliani.it

“Forse non è il caso di fare di tutta l’erba un fascio. Se parliamo di “nuovi contestatori” dobbiamo stare attenti a quello che intendiamo. Chi vuole indicare il Professor Panarari? Si tratta dei contestatori di “oggi” o dei “contestatori della nuova generazione”? Forse non dovremmo dimenticare che fino ad una anno e mezzo fa al governo c’era il centro-sinistra, e di contestatori ce n’erano altrettanti. Dove sarebbero finiti? Non credo siano scomparsi o si siano tutti convertiti al travaglismo, al dipietrismo o ad altre innovative filosofie politiche. E allora perché non tenerli in considerazione?”

Così Marco Baruffato, 26 anni, varesino, freelance e addetto stampa interviene nel dibattito lanciato da affari sulle nuove generazioni politiche.

“Sinceramente quando penso al contestatore della nuova generazione, devo ammettere con rammarico, che qualche volta mi capita di pensare a gente che spesso non conosce nemmeno davvero quello per cui è sceso in piazza a protestare. Questi nuovi contestatori sono certamente figli «dell’epoca dei reality» e «dell’età della fine delle ideologie», ma anche figli di un epoca in cui la politica si è talmente spettacolarizzata e personalizzata da spersonalizzarsi, fino a diventare un “circo di nani e ballerine”, parafrasando una nota affermazione del socialista Rino Formica.

Il Professor Panarari mi trova d’accordo sulla frequentazione del mondo online come strumento di lotta politica delle classi più giovani, di opposizione e non ovviamente. Condivido soprattutto l’idea in merito al dibattito che creano in Internet, costretti però a subire «la mancanza di una dimensione politica reale. Assenza di riferimenti. Crisi profonda». Tuttavia credo siano due posizioni differenti a spingerci a parlare di assenza di una dimensione reale della politica. Perché mentre Panarari basa la sua opinione sulla «latitanza del partito» (il Pd) che non offre a questi giovani contestatori una base da cui partire, io ritengo che la ricerca di nuovi mezzi alternativi, per altro sempre più affollati anche dalla classe politica, sia espressione di un consapevole quanto inconsapevole rigetto della politica di oggi, che cannibalizza gli spazi mediatici, televisivi soprattutto, per mettere in scena di continuo il suo spettacolo.”

Poi prosegue disincantato nella sua disamina: “D’altra parte non si può più nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere la “malattia” di cui soffre la nostra politica: una “mutazione genetica” che l’ha trasformata in Videpolitica.

La cosa che mi lascia più perplesso è il «sentimento» di cui parla Panarari in conclusione. E mi lascia perplesso perché, se anch’io sono convinto che la politica sia emotiva e che “gli attori sul palco” parlino alla “pancia della gente”, non mi sembra chiaro se per Panarari a “guidare” in piazza i contestatori sia la preoccupazione materiale per il proprio futuro o il sentimento di indignazione.”

E conclude: “Credo si tratti di entrambe le cose, anche se, pur non volendo sminuire in alcun modo i sensattottini e le generazioni precedenti che hanno combattuto per qualcosa, mi piacerebbe capire se davvero a muoverli fossero solo gli ideali; se siamo dunque solo noi giovani di oggi a preoccuparci del nostro futuro e a riempire le piazze per la «preoccupazione materiale». E questo tanto a destra quanto a sinistra, perché non si vive di sole ideologie o di qualcosa che gli somiglia. Specialmente in un epoca in cui le ideologie sono morte e l’unica cosa imperante è la Videopolitica, certamente più “Video” che “Politica”. Questo è il male contro cui si dovrebbe combattere, non il travaglismo, il berlusconismo o il dipietrismo.”


Non potevo non dedicare ampio spazio sul blog al mio commento pubblicato da Affaritaliani.it in merito al dibattito sulle nuove generazioni politiche scoppiato sulle pagine della testata online. Ringrazio vivamente il Direttore e la Redazione per averlo pubblicato integralmente senza revisioni significative. Vi lascio alla lettura...

Di seguito per correttezza il link diretto della pagina di Affaritaliani.it, dove troverete anche i link degli artcioli correlati. http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/travaglismo_dibattito_continua070110.html

mercoledì 4 novembre 2009

Berlusconi Vs Marrazzo. "Si tratta della vita privata", disse la signora Politica

La politica non penserà di poter essere immune da un problema che fa parte della storia dell'umanità: la distinzione tra sfera pubblica e sfera privata. E non sto facendo un discorso morale; non parlo di "massime alla Spiderman" per cui da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

Parlo semplicemente di quello che comporta l'accesso a una carica pubblica e non solo: si tratta della visibilità. Il politico è schiavo della televisione, che cannibalizza le sue azioni, le sue parole, si nutre delle sue gaffe, si disseta con la sua vita privata e con gli scandali che ne possono nascere. Nell'era della Videopolitica, d'altra parte, è la personalizzazione a fare da padrone. Questo "mostro" è stato creato dalle stesse persone che oggi si lamentano degli effetti che ha questa nuova televisione, della spettacolarizzazione e della personalizzazione della politica.

Questo video sembra mostrare come la gente comune, gli elettori stiano cominciando a capire quali inganni si celano dietro alla televisione e alla politica fatta attraverso i teleschermi.

Ma è davvero così? Speriamo di poterlo considerare un buon primo passo. Io stesso prima guardavo la tele da fruitore passivo e, ahime, troppo spesso finivo col dire "lo ha detto la tv, lo hanno detto al Tg"....."Grazie a Dio" ho capito che stavo sbagliando tutto!

giovedì 29 ottobre 2009

La "Videopolitica" di Mattino 5...Guardate un pò questo video..

Il 15 ottobre Mattino 5 fa uno scoop che non dimenticherà facilemente. Il giudice Mesiano, "quello che ha fatto condannare la Fininvest", viene seguito per le vie di Milano e trattato come se fosse un percioloso criminale. Peccato che di criminoso non ci sia nulla in questo video, se non l'uso indiscriminato e scandaloso dei mezzi di comunicazione da parte di Mediaset, nello specifico da Mattino 5 e dal suo conduttore Claudio Brachino.

La Videopolitica della nuova era mediatica ha colpito ancora una volta...ma la nave che affonda non è quella del "nemico", ma degli stessi che hanno messo a colpo il segno.

Prima di tutto la scarsa credibilità di un servizio del genere si spiega da sè: non c'è notizia, e soprattutto non c'è scoop.

Ancora più importanti le reazioni dell'Associazione Nazionale dei Magistrati (Anm), della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) e del Garante della Privacy, che dal momento della segnalazione della Anm ha preso in esame la possibilità di aprire un'istrittuoria.

Capisco che si tratti di una rete Mediaset, ma, a prescindere dal proprio voto politico, la stampa non dovrebbe essere superpartes? La risposta è semplice..la "Videopolitica" di Mattino 5 parla da sè.

venerdì 23 ottobre 2009

In America la Videopolitica diventa "guerra mediatica"



1'29'' per spiegare in poche parole una lotta che in America va avanti da quando Obama si è insediato alla Casa Bianca, e trova le sue radici addirittura nella campagna elettorale. La polemica tra il Presidente e il canale Fox News, di proprietà del noto editore Rupert Murdoch, ha assunto nei giorni scorsi proporzioni senza precedenti.

Fox News non sembra essere più un legittimo organo di informazione agli occhi della attuale Amministrazione Americana, ma un partito vero e proprio. Ad essere più precisi, un partito di opposizione.

Maestri della comunicazione politica, gli americani questa volta sembrano dover fare i conti con una televisione "capricciosa", alla prese con i peggiori difetti della Videopolitica: Glenn Beck definisce Obama un «razzista» e ha costretto alle dimissioni il consigliere per l'ambiente Van Jones, accusandolo di essere «un radicale anarco-comunista»; Sean Hannity, tratta i birthers, quelli che accusano il presidente di non essere nato in America, come se sostenessero un argomento serio e dignitoso.

Sembra quasi la tv del servizio pubblico italiano, con Vespa, Santoro e Floris che nei loro "salotti" fanno da grandi cerimonieri ad uno spettacolo politico fazioso e a tratti imbarazzante.

Obama parla di partito d'opposizione e di Guerra Mediatica, e ha tutte le ragioni per farlo. La televisione ha ormai uno strapotere tale da "uccidere" la vecchia e tradizionale politica. I poltici, da parte loro, consapevo di questo enorme cambiamento, cercano di cavalcare l'onda di questo nuovo "falso grande partito": la Tv, il più grande "partito" nell'era della Videopolitica.

giovedì 22 ottobre 2009

La Video Politica è anche musica...

Questo è un video trovato su Facebook e poi receuperato su You Tube. Ho sempre pensato di poter essere una persona obiettiva, e di riuscire a valutare se una cosa fosse buona o cattiva a prescindere che fosse di destra o di sinistra...Questa è la conferma. Ok ho riso anch'io quando ho visto questo video..ma poi ho pensato è giusto trasformare la politica in una cosa del genere? Non voglio difendere Silvio Berlusconi nè limitare la libertà di espressione dell'autore Tony Troja...Ma ho riflettuto su questo: la satira è una risposta ai problemi dell'Italia? Non credo nemmeno ci sia bisogno di rispondere.

Anche questa è videopolitica, e forse lo è nella sua forma più svilente della Politica, di quella con la P maiuscola, di quella che da anni ormai non vediamo più da nessuna parte, certamente non nei mezzi di comunicazione di massa come la Tv e i nuovi media.