mercoledì 30 novembre 2011

I costi della politica e la "gente della strada".

Quando accendi la tv e senti dire a Matrix "I sistemi politici più economici sono le dittature" non possono che venirti i brividi.

Specialmente se a dirlo è Irene Pivetti - che come ex Presidente della Camera avrà diritto a godere (secondo i nuovi provvedimenti parlamentari "solo" a partire dal sessantesimo anno di età) di una pensione di oltre 6.000 euro mensili.

L'idea di fondo - se ripensiamo all'ultima mezzora della puntata di Matrix di questa sera - è quella che i politici debbano avere lo stipendio, la pensione, il vitalizio, il rimborso e il privilegio, perchè la politica è un lavoro.

Ebbene, sono d'accordo, la politica è un lavoro. Ma sebbene io non possa fare a meno di riconoscere che dovrebbe trattarsi di un impegno costante e duraturo, non posso altrettanto evitare di pensare a quanti deputati e senatori disertino le camere e le votazioni e a quanti privilegi non necessari vengano loro concessi.

I privilegi agli onesti lavoratori non li concede nessuno. I bonus e i premi per lavoratori dipendenti, quando ci sono, non sono nemmeno degni di questo nome - fatta eccezione per i top manager, troppo spesso sovrastimati. I liberi professionisti sono eternamente prosciugati da una partitia Iva che sembra essere dipinta come il santo graal del giovane in cerca di un'occasione per dimostrare le proprie capacità.

I compensi per aver lavorato due anni (la Pivetti è stata in carica come Presidente della Camera dal '94 al '96, ndr.) in un'azienda non sembrano neanche lontanamente paragonabili alle pensioni dei parlamentari, dei senatori a vita e delle più alte cariche dello Stato.

Tutto questo è inaccettabile. Tanto più se consideriamo che la maggior parte dei politici appartiene alla cerchia dei professionisti con tanto di ordine o albo alle spalle, dunque un'entrata regolare, ma soprattutto una futura pensione già garantita.

Questo è quello che allontana la gente comune dalla politica. Questo e tante altre cose.

lunedì 28 novembre 2011

Governo Monti: è tempo di lavorare. Noi: sospendiamo il giudizio.

L'ormai ex Ministro Maroni rompe gli induci: il governo Monti segna la fine dell'alleanza formale fra la Lega e il Pdl. E mentre il cavaliere lo incalza smentendo e ricordando che non si ricandiderà, Maroni parla di "nuova Triplice", una nuova allenza delineatasi fra Pdl, Pd e Udc, che appoggiano il nuovo governo.


Monti è appena arrivato, non ha avuto quasi nemmeno il tempo di prendere il suo posto, e già viene messo in discussione quello che ha fatto. Ma che cosa ha fatto? Forse, prima di metterlo in croce e decidere di mandarlo a casa, bisognerebbe attendere qualche mese e dargli il tempo di lavorare.

Un amico una volta mi ha detto che le persone meritano di ricevere il beneficio del dubbio. In fondo a nessuno di noi piace essere giudicato per quello che ancora non ha fatto!

Sono finiti i tempi in cui Lega e Pdl andavano a braccetto? E allora? L'Italia aveva bisogno di un cambiamento. Stiamo a vedere cosa accadrà nei prossimi mesi. Dopo potremo giudicare.

venerdì 25 novembre 2011

Governo Monti. Terzi apre la strada ai social fra le file dei Ministri?

Ancora in fasce il governo Monti correva già fra le praterie dei social network, Twitter in testa. Commenti in diretta, fra ironia, riverenza e scetticismo.

Eppure, in un'epoca così multimediale e così videopoliticamente social, i nuovi ministri non hanno confidenza con il web. Nessun profilo, pagina o account personale. Forse poca dimestichezza con gli strumenti oppure persino una distanza scritta nel dna di politici vecchio stampo, un pò dinosauri, non solo per i loro sostanziosi e invidiabili curricula, ma quanto più forse per l'età.

Il primo ad affacciarsi timidamente sulla scena di Twitter è il Ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi. Il primo tweet, comparso il 22 novembre, è dedicato all'Egitto e ai diritti civili. In poco tempo la notizia dilaga e, ad oggi, il neoministro con soli 43 tweet raccoglie ben 6.366 follower.

Ma sarà capace di utilizzare lo strumento efficacemente e non deludere chi lo segue con attenzione?

E soprattutto, Terzi farà da apripista ai suoi colleghi? In fondo i giovani, il lavoro, la rete e molto altro ancora sono tutti temi che questo governo dice di avere a cuore. E Twitter, non chè i social network in generale, sono sempre più terreno fertile per stabilire un contatto reale con il popolo.