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martedì 8 maggio 2012

Amministrative 2012. La disfatta dei poltici italiani? Non solo!

Beppe Grillo ha mosso le masse. Ora possiamo dirlo. Sorprendenti i risultati alle elezioni amministrative per quello che non è nemmeno un partito, ma un semplice movimento, il Movimento 5 Stelle.

Non un leader politico, non un tecnico, non un imprenditore che "scende in campo" per salvare le sorti degli italiani, ma un comico pungente e irriverente, seducente per molti elettori.

Un remake della "Grande fuga" il risultato delle amministrative, se osservato dal punto dei grandi protagonisti della maggioranza: un fuggi fuggi generale degli elettori che hanno abbandonato Pdl e Lega, senza troppe remore.

Delusi dalla cattiva amministrazione cittadina? Attratti dalle alternative o dalle ali più estreme? O più semplicemente sfiduciati da una politica ormai logora e consunta, incapace di ridare vigore all'Italia e agli Italiani?
Un insieme di cause probabilmente. Quel che è certo è che, mentre anche il governo tecnico di Monti tocca il minimo storico dei consensi, i cittadini si danno all'ebbrezza di cercare conforto nei partiti più piccoli e nel nuovo.

Ma c'era da aspettarselo. Che Grillo piaccia o non piaccia, ha toccato le corde giuste, il cuore della gente, la "pancia delle persone", stanche di un sistema politico sempre uguale a se stesso e sempre più ripiegato sul marcio che esso stesso ha prodotto.

La Lega riporta una dura sconfitta. Non si poteva pensare a un epilogo differente, visti gli scandali che ormai stanno fagocitando sempre più in fretta i pezzi grossi del Carroccio.

Il Pdl precipita. E come poteva non essere così? Tutto possiamo dire del "povero Silvio", ma certamente era lui l'anima di un partito figlio della sua Forza Italia. Oltre alla reiterata incapacità delle amministrazioni locali di offrire soluzioni realmente vantaggiose per la gente comune, la sua assenza ha avuto un peso determinante nello sfiduciare il grande popolo del partito dell'amore, che - vi ricordo - cantava convinto "Meno male che Silvio c'è!".

Tuttavia, non posso fare a meno, in ultima analisi, di riflettere anche sul clima politico d'Europa, sulla voglia di cambiamento che hanno manifestato anche altri cittadini, non Italiani, ma Greci, Francesi, Inglesi e Tedeschi.

In Germania la Merkel tiene, ma perde molto terreno e la coalizione di centro destro della donna di ferro si lascia sfuggire il controllo del piccolo Stato agricolo dello Schleswig-Holstein. In Francia, Sarkozy che era già pronto a festeggiare all'Eliseo, è stato scalzato da François Hollande e i socialisti.
In Grecia, le misure austere imposte hanno messo a dura prova i grandi partiti, che puniti dagli elettori, insieme non riescono a creare un governo di maggioranza, senza i piccoli nuovi protagonisti di una politica frammentata, che ha premiato persino i neonazisti.
E in Inghilterra? I conservatori e Cameron si saranno anche riconfermati al primo posto. Ma di certo la loro può essere considerata una vittoria mutilata, dal momento che sono ben lontani dalla necessaria quota per la maggioranza al Parlamento, con 310 seggi ottenuti contro i 326 necessari.)

Mi pare evidente che, oltre ai malesseri nostrani, i risultati politici risentano di un atteggiamento generalizzato, diffuso anche nel resto d'Europa, che riflette l'insofferenza degli elettori verso la crisi globale e l'incapacità della politica di dare risposte mirate e veloci. 

Una risposta, dunque, che forse si è fatta attendere troppo a lungo, ma che ora potrebbe segnare un'inversione di rotta inarrestabile.



lunedì 26 marzo 2012

PD Vs Lega: il manifesto della vergogna.

Oggi ero fermo ad un semaforo, mi sono voltato e ho visto questo manifesto del Partito Democratico Lombardo. Non capisco, e francamente anche se capissi non approverei.

Con la crisi in atto e con tutti i mezzi di comunicazione a disposizione, ancora nel 2012 un partito politico ha bisogno di una campagna che come tema principale ha la denigrazione di un altra partito?

Probabilmente il PD sente troppo la mancanza di Berlusconi e della sua conseguente politica così accentuatamente antiberlusconiana da offuscare qualsiasi strategia politica credibile. A lungo, infatti, l'impressione è stata quella di un centro sinistra e di una sinistra incapace di fare politica, se non avversando il Premier Silvio Berlusconi.

E ora, che Silvio in "campo" non c'è più, quando tutti gli elettori del centro sinistra, ormai disillusi, avevano cominciato a sperare di poter vedere finalmente una linea politica che non fosse semplicemente "-anti", ecco apparire all'orizzonte lo spauracchio della Lega, il nuovo annunciato nemico.

Riuscirà il partito del carroccio a reggere il confronto con Silvio? L'antiberlusconismo troverà un degno sostituto nell'antileghismo?

Lo scopriremo solo vivendo.

domenica 18 marzo 2012

Tv italiana: ora è tempo di cambiare!

Sono oltre dieci anni ormai che la televisione ci propina Reality Show come il Grande Fratello, Amici e chi più ne ha più ne metta. Come possiamo allora, oggi, stupirci se "La tv non riesce a voltare pagina dopo Silvio Berlusconi"? (cit. dall'articolo de Il Fatto Quotidiano, ndr.)

Non si vede aria di rinnovamento nel panorama televisivo da tempo ormai immemore. Non sarà certo il caso di parlare di novità solo perché quest'anno Maria De Filippi porta sul campo del serale anche alcuni tra i più noti ex protagonisti. Eppure il Reality Show continua a reggere il confronto con il pubblico, anche se gli ascolti non sono più brillanti come una volta. Ma si sa, la gente ha bisogno dell'intrattenimento televisivo e, anche se la tv propone sempre le stesse cose, l'importante è sorridere un po'.

Ma quando si tratta di informazione, quello che fa sorridere è che oggi si senta la mancanza di Silvio Berlusconi. Diciamo la verità: Matrix o Porta a Porta, e ancor di più gli "altri piccoli talk show", i fratelli minori delle altre reti, per così dire, non possono vivere senza il cavaliere.
E non si tratta di semplice ironia, si tratta di realtà. A stento questi programmi riescono a rispondere alle esigenze del pubblico: capire i temi complessi dell'agenda di governo e conoscere i ministri tecnici, che certamente sono meno propensi al gossip e allo scandalo di certe nostre vecchie conoscenze.

Forse è arrivato il momento di mandare in soffitta il tanto abusato formato televisivo del talk show, insieme a certi volti di cui ormai non se ne può più, fin troppo accondiscendenti, appartenenti a quella specie di giornalisti - ahimè - ormai dominante: quella degli "sdraiati". Non sarà dunque arrivato il momento di fare piazza pulita di opinionisti da strapazzo e giornalisti vetusti o poco incisivi? E soprattutto, non è giunta l'ora di far ripartire il cervello e pensare a nuove idee, senza riciclarsi migrando da una rete all'altra?

Per la televisione credo sia ora di cambiare, in primis per la politica e l'informazione. Questo comporterà la fine della Video Politica? Finché ci sarà un microfono, un video e un pubblico a cui rivolgersi, la Video Politica non avrà fine.

lunedì 28 novembre 2011

Governo Monti: è tempo di lavorare. Noi: sospendiamo il giudizio.

L'ormai ex Ministro Maroni rompe gli induci: il governo Monti segna la fine dell'alleanza formale fra la Lega e il Pdl. E mentre il cavaliere lo incalza smentendo e ricordando che non si ricandiderà, Maroni parla di "nuova Triplice", una nuova allenza delineatasi fra Pdl, Pd e Udc, che appoggiano il nuovo governo.


Monti è appena arrivato, non ha avuto quasi nemmeno il tempo di prendere il suo posto, e già viene messo in discussione quello che ha fatto. Ma che cosa ha fatto? Forse, prima di metterlo in croce e decidere di mandarlo a casa, bisognerebbe attendere qualche mese e dargli il tempo di lavorare.

Un amico una volta mi ha detto che le persone meritano di ricevere il beneficio del dubbio. In fondo a nessuno di noi piace essere giudicato per quello che ancora non ha fatto!

Sono finiti i tempi in cui Lega e Pdl andavano a braccetto? E allora? L'Italia aveva bisogno di un cambiamento. Stiamo a vedere cosa accadrà nei prossimi mesi. Dopo potremo giudicare.

mercoledì 15 dicembre 2010

Il Parlamento come uno stadio in rivolta. Altro che ultràs!

Sono sinceramente senza parole. Ieri sera ho acceso la tv e mi sono dovuto sforzare per continuare a guardare quello che il tg stava trasmettendo.

Non una nota di diniego, solo immagini e un pacato commento da notizia, come se nessuno avesse notato quello che ho visto io.

Ma è possibile che solo il sottoscritto abbia visto il disgustoso spettacolo della politica italiana?

Bandiere che sventolano, cori da stadio che incitano Fini alle dimissioni, un ministro - la Polidori - offeso con un appellativo impossibile da fraintendere (Tr***), i Pdiellini che esultano come quando il portiere della squadra del cuore blocca un tiro di quelli che tutti già davano come gol sicuro, e la Lega che esce dalla Camera cantando Va Pensiero.

Poco conta chi fosse di destra e chi di sinistra.

Quello che mi sconvolge è che queste sono le persone che ci governano, che decidono per noi. Gente che dimostra chiari atteggiamenti di inciviltà, di irriverenza, e perchè no, anche di totale mancanza di rispetto verso chi ogni giorno si reca in fabbrica o in ufficio e fatica per portare a casa uno stipendio - che a volte non basta nemmeno per arrivare a fine mese.

Gente che è pagata per sedere in quelle aule e prendere decisioni. E invece cosa fa? Rissa.

Forse ieri Berlsuconi avrà ottenuto la fiducia (per altro certamente risicata nei numeri e difficile da mantenere), forse avrà vinto la sua battaglia.

Ma di sicuro ieri la politica italiana ha perso. Ha perso ancora una volta.

Squadra e compasso ridisegnano Mr B.

Il 9 Dicembre il Grande Oriente d’Italia scrive, per la seconda volta, al premier Silvio Berlusconi. La lettera è rivolta, come spiega il redattore Gioele Magaladi, non solo a lui ma anche a tutti gli italiani affinchè possano capire chi li guida che politico e persona sia.

Non serviva certo la massoneria per comprendere che il vecchio piduista e la politica sono proprio due cose distinte e separate e che assieme sono un cocktail di figure di merda indigesto pure agli americani, popolo che non va troppo per il sottile in cucina.

Squadra e compasso ammoniscono il compassato squadrista di Arcore, proprio ora che si avvicina la data del 14 Dicembre, come se fosse un bambino cattivo da mettere in riga, ricordandogli che il popolo italiano non è ingenuo e ha capito che l’immagine nel leader potente in patria e amato all’estero sono solo un mucchio di frottole. Per rimanere sempre in tema di geometria non siamo un paese di ottusi e quindi molto presto tracceremo una bella linea retta per cancellare il nome di Silvio Berlusconi.

Magaladi infatti spiega che secondo lui attraverso le carte pubblicate da Wikileaks gli Usa ci hanno mandato un messaggio chiaro, per loro infatti: “Berlusconi è un alleato infido e inaffidabile, lingua in bocca con l’altrettanto infido Gheddafi, con l’anti-israeliano Erdogan, con Putin”.
Rincarando la dose il framassone spiega che “non solo Berlusconi è infido e inaffidabile, ma anche incapace di governare, poco lucido, in cattive condizioni psico-fisiche e giunto ormai al capolinea. Perciò prima gli italiani lo mandano a casa, meglio è”.

Come se non bastasse il Libero muratore continua a infierire sull’Occupato palazzinaro per la scelta di aver fatto deferire ai probiviri gli onorevoli Granata, Briguglio e Bocchino ma soprattutto mettendo alla porta Fini il co-fondatore del Popolo delle Libertà “(quale libertà, quella di obbedire ciecamente alla tua dispotica, anti-democratica e illiberale persona?), [mettendo alla porta.] sia altri rappresentanti del popolo sovrano eletti senza vincolo di sudditanza/vassallaggio a te, ma obbligati a rispondere del loro operato solo agli italiani che li hanno votati”.

Nella lettera vengono attaccati anche gli amichetti di sinistra di Mr B.: “cari compagni Veltroni, D’Alema, Latorre e Renzi: basta con gli inciuci vecchi e nuovi. Cercate di non farci venire voglia di aprire armadi pieni di scheletri pericolosi, e lavorate con rigore e armonia alla rigenerazione civile del Paese.”

Per finire in grande stile il massone raccomanda al Cavaliere, di rimontare a cavallo di una più corretta politica, seguendo sei suggerimenti che, in stile crociate, gli vengono proposti. Questi trattano temi che sono un mix di politica e prostituzione (in alcuni passaggi non si capisce dove finisca la politica e inizi la prostituzione) tanto cari al nostro Squadrato di Arcore.

Fernando Di Cristofaro

domenica 7 febbraio 2010

Politica e barzellette

Prima alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione, poi in visita in Israele a Betlemme nella Chiesa della Natività... questi i luoghi e le occasioni in cui il Premier Silvio Berlusconi si "lascia andare all'umorismo" e racconta due barzellette "a tema", per così dire: una sulla legge e su Gesù Cristo che mandato di nuovo sulla terra finisce condannato all'ergastolo prima perchè "è cambiato davvero tutto sulla terra: c'è la democrazia, la giustizia funziona, è stata perisno abolita la pena di morte!"; poi una sulla nascita di Gesù bambino e il desiderio di Maria di avere "una femminuccia".
Parti politiche a parte - consentitemi il gioco di parole - non sono molto convinto che in occasioni come queste l'ironia possa essere di casa, come si suol dire. Questa potrebbe essere una di quelle conseguenze di cui parlo spesso quando dico che la videopolitica è uno dei mali peggiori della politica italiana. Non sono uno di quei bacchettoni che non crede possibile scherzare durante un incontro diplomatico o in circostanze affini, credetemi, tuttavia credo si tratti di una questione di "tempismo" e di tematiche, scelte non azzeccate che invalidano la politica e i valori che essa dovrebbe rappresentare.
Questioni di punti di vista. E per quanto mi riguarda, riccorrendo a una espressione resa celebre da un personaggio storico della tv italiana: "Silvio, hai toppato!"