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martedì 8 maggio 2012

Amministrative 2012. La disfatta dei poltici italiani? Non solo!

Beppe Grillo ha mosso le masse. Ora possiamo dirlo. Sorprendenti i risultati alle elezioni amministrative per quello che non è nemmeno un partito, ma un semplice movimento, il Movimento 5 Stelle.

Non un leader politico, non un tecnico, non un imprenditore che "scende in campo" per salvare le sorti degli italiani, ma un comico pungente e irriverente, seducente per molti elettori.

Un remake della "Grande fuga" il risultato delle amministrative, se osservato dal punto dei grandi protagonisti della maggioranza: un fuggi fuggi generale degli elettori che hanno abbandonato Pdl e Lega, senza troppe remore.

Delusi dalla cattiva amministrazione cittadina? Attratti dalle alternative o dalle ali più estreme? O più semplicemente sfiduciati da una politica ormai logora e consunta, incapace di ridare vigore all'Italia e agli Italiani?
Un insieme di cause probabilmente. Quel che è certo è che, mentre anche il governo tecnico di Monti tocca il minimo storico dei consensi, i cittadini si danno all'ebbrezza di cercare conforto nei partiti più piccoli e nel nuovo.

Ma c'era da aspettarselo. Che Grillo piaccia o non piaccia, ha toccato le corde giuste, il cuore della gente, la "pancia delle persone", stanche di un sistema politico sempre uguale a se stesso e sempre più ripiegato sul marcio che esso stesso ha prodotto.

La Lega riporta una dura sconfitta. Non si poteva pensare a un epilogo differente, visti gli scandali che ormai stanno fagocitando sempre più in fretta i pezzi grossi del Carroccio.

Il Pdl precipita. E come poteva non essere così? Tutto possiamo dire del "povero Silvio", ma certamente era lui l'anima di un partito figlio della sua Forza Italia. Oltre alla reiterata incapacità delle amministrazioni locali di offrire soluzioni realmente vantaggiose per la gente comune, la sua assenza ha avuto un peso determinante nello sfiduciare il grande popolo del partito dell'amore, che - vi ricordo - cantava convinto "Meno male che Silvio c'è!".

Tuttavia, non posso fare a meno, in ultima analisi, di riflettere anche sul clima politico d'Europa, sulla voglia di cambiamento che hanno manifestato anche altri cittadini, non Italiani, ma Greci, Francesi, Inglesi e Tedeschi.

In Germania la Merkel tiene, ma perde molto terreno e la coalizione di centro destro della donna di ferro si lascia sfuggire il controllo del piccolo Stato agricolo dello Schleswig-Holstein. In Francia, Sarkozy che era già pronto a festeggiare all'Eliseo, è stato scalzato da François Hollande e i socialisti.
In Grecia, le misure austere imposte hanno messo a dura prova i grandi partiti, che puniti dagli elettori, insieme non riescono a creare un governo di maggioranza, senza i piccoli nuovi protagonisti di una politica frammentata, che ha premiato persino i neonazisti.
E in Inghilterra? I conservatori e Cameron si saranno anche riconfermati al primo posto. Ma di certo la loro può essere considerata una vittoria mutilata, dal momento che sono ben lontani dalla necessaria quota per la maggioranza al Parlamento, con 310 seggi ottenuti contro i 326 necessari.)

Mi pare evidente che, oltre ai malesseri nostrani, i risultati politici risentano di un atteggiamento generalizzato, diffuso anche nel resto d'Europa, che riflette l'insofferenza degli elettori verso la crisi globale e l'incapacità della politica di dare risposte mirate e veloci. 

Una risposta, dunque, che forse si è fatta attendere troppo a lungo, ma che ora potrebbe segnare un'inversione di rotta inarrestabile.



lunedì 13 febbraio 2012

NON SOLO POLITICA - Gabriele Sola per l'Italia dei Valori: social network, videopolitica, Lombardia e Italia.

In occasione dello scorso Consiglio Regionale del 7 febbraio 2012, il Consigliere e Responsabile Nazionale della comunicazione di Italia dei Valori Gabriele Sola si è reso disponibile a rilasciare un'intervista sui temi dei social network, della videopolitica e delle strategie di comunicazione messe in atto dai partiti, in particolare da IDV.

Un'intervista con tanta "carne al fuoco", ritmi incalzanti, ma toni pacati, che non hanno però risparmiato alcune pungenti critiche all'attuale configurazione dell'alleanza politica PDL-Lega, alla credibilità politica della Lega in Lombardia e al governo Monti, accolto con fiducia, ma costantemente sotto l'occhio vigile di Italia dei Valori.

Italia dei Valori è molto attiva su Facebook e su Twitter. Ma qual è secondo lei il rapporto fra la politica e i social network?
"Il rapporto è sempre più stretto." - spiega Sola. - "Siamo in una fase in cui i cittadini pretendono giustamente sempre maggiore centralità e pretendono una politica aperta, che sia comunicazione nel senso compito del termine. La comunicazione non è solo indirizzare verso un target determinati messaggi, è aprirsi anche al cosiddetto feedback, per usare un "brutto" termine, un po' gergale. Ma insomma la comunicazione è fatta di dare e di ricevere. Il social network è lo strumento che nel modo più immediato e più completo possibile - ad oggi - consente proprio questa dinamica, quindi fa sì che ci sia un contatto diretto, estremamente proattivo nell'ottica del cittadino, fra l'amministratore, il personaggio politico e appunto il singolo cittadino. Non sostituisce la piazza, ma integra il concetto tradizionale di piazza, se vogliamo rifacendosi a quello ancor più tradizionale classico di agorà."

Ecco l'occasione perfetta per parlare di Videopolitica. I social network si inseriscono a pieno titolo, per così dire, in questo concetto di piazza. Dunque sorge spontanea la domanda: la videopolitica oggi è sempre più spesso più "video" e meno "politica". Cosa ne pensa il Responsabile Nazionale della comunicazione di IDV di questa affermazione?
"Beh è un'affermazione corretta. La comunicazione è sempre più asciutta, sempre più rivolta alla massa e quindi giocoforza il messaggio viene reso elementare, viene asciugato, sintetizzato. In particolare è un dato di fatto che la televisione soprattutto, per quanto attiene alla comunicazione di massa, mantenga il suo ruolo centrale. Questo fa sì che vi sia una semplificazione e, talora, per certi aspetti, una sorta di "prostituzione della politica" ai linguaggi della televisione."

Per quanto riguarda nello specifico Italia dei Valori, se lei dovesse esprimere in poche parole i pilastri della vostra strategia di comunicazione... "La rete è fondamentale." - esordisce Sola - "Il Presidente di Pietro è da sempre un fautore della rete come strumento di dialogo, di confronto e anche di diffusione delle idee e dei valori del nostro partito. Proprio in questi giorni ha lanciato il suo nuovo blog (http://www.antoniodipietro.it/, ndr.) che invita con particolare convinzione all'interazione e alla fruizione attraverso i social network. Così come centrale è il commento rispetto al post. Quindi sicuramente la rete, ma non solo. Perché un partito che voglia davvero vivere al 101% la propria missione, non può prescindere dagli strumenti tradizionali. E poi attenzione: il web, la rete, il computer - passatemi questo termine ormai arcaico per certi versi - per molti elettori e cittadini - che hanno gli stessi diritti dei più giovani, dei professionisti, di chi utilizza quotidianamente questi strumenti, per quelli meno abbienti, meno preparati, resta uno strumento difficilmente utilizzabile. Quindi non è possibile fare a meno dei mezzi più tradizionali. Noi ad esempio utilizziamo molto le affissioni, perché c'è un target, che è quello degli anziani, per esempio, che è certamente più sensibile a questo strumento. Infine, non possiamo non menzionare l'attività del nostro ufficio stampa molto puntuale e determinata, che agevola il contatto diretto con i media. Siamo un piccolo partito, con risorse limitate e dobbiamo fare di necessità virtù."

Parlando di politica in senso stretto, non poteva mancare una domanda sul ruolo del Presidente della Regione Formigoni. Un ruolo molto discusso, visto che si tratta del suo quarto mandato consecutivo, per certi versi considerato da molti come un'anomalia tipica all'italiana. "Il Presidente Formigoni" - ci spiega Sola - "si ritrova in questo momento in una situazione di estrema difficoltà, che si è creato lui stesso, ricandidandosi nonostante a nostro modo di vedere la legge non glielo consentisse - anche se poi è finita come sappiamo e quindi evidentemente c'era una visione giuridica diversa della normativa -, tra l'altro raccogliendo firme che pare fossero false. Ma a prescindere da tutti questi elementi, il fatto che qualcuno detenga il potere in una Regione come la Lombardia per 16 anni - e si va verso i 20 se questo mandato andrà a compimento - è una stortura. Qualcuno che gestisce così a lungo il potere in una Regione come la Lombardia, fatalmente è a rischio, perché si creano delle incrostazioni di potere, che nel suo caso sono ancora più evidenti: Roberto Formigoni è Comunione e Liberazione, è Compagnia delle Opere e cioè il cervello politico e strategico di un tessuto di potere che condiziona profondamente la Regione Lombardia. Ecco perché è fatale che la stagione di Formigoni si debba concludere. Lui dice che non si ricandiderà e io spero che la legislatura finisca anzitempo per dare la possibilità ai lombardi di voltare definitivamente pagina, anche rispetto a una gestione della pubblica amministrazione che è molto discutibile come testimoniano le recenti inchieste che coinvolgono anche uomini vicinissimi al Presidente Formigoni, come ad esempio Massimo Ponzoni che da sempre è considerato uno dei suoi uomini di fiducia."

Dato che l'occasione fa l'uomo ladro, non potevo non incalzare Gabriele Sola, insistendo sul futuro della Presidenza di Regione: qualche tempo fa, l'ex ministro Maroni ad un comizio varesino ha lasciato intendere con una battuta la possibilità di candidarsi alle prossime elezioni per il governo della Lombardia. Cosa ne pensa? "Sicuramente la Lega tra virgolette, ma fino ad un certo punto, pretenderà, condizionerà l'eventuale alleanza - per altro in questi giorni già messa in discussione sulle elezioni imminenti che riguarderanno diversi comuni e qualche provincia - alla candidatura alla Presidenza Lombarda di un proprio uomo. A tutti coloro che, come noi, pensano che sarebbe una disgrazia, credo che questo debba imporre un grande impegno per evitare che ciò accada. Ciò detto, Maroni rappresenta all'interno della Lega Nord, uno dei volti meno impresentabili. Quindi ci starebbe anche che venisse speso in una battaglia che peraltro si presenta problematica, perché sul territorio sono evidenti le contraddizioni della Lega Nord, che gioca su due o tre tavoli in contemporanea: tiene un linea a Roma e una sul territorio, poi la modifica a Roma, però nel frattempo vota ancora per evitare l'arresto di Cosentino e contro i magistrati con il PDL. Insomma ci sono una serie di contraddizioni ormai evidentissime, e quindi, anche qualora Lega e PDL dovessero schierarsi in una coalizione supportando un candidato leghista, credo che avrebbero vita molto difficile, perché "la Lombardia s'è desta".

Concludiamo con il Governo Monti, un governo tecnico, dalla Lega definito a più riprese come un governo non democratico. Cosa pensa Gabriele Sola come Consigliere Regionale e come Responsabile Nazionale della comunicazione di IDV di questo governo Monti? Potrà rimettere in piedi l'Italia? "Monti ha restituito al nostro Paese una credibilità internazionale che Berlusconi aveva devastato con il suo operato. E questo è già un elemento positivo. Rispetto al Governo Monti noi abbiamo una linea che credo sia la più corretta in assoluto: noi gli abbiamo dato il benvenuto, concedendogli la fiducia, abbiamo espresso una posizione molto critica rispetto al primo segmento del suo cammino, con quelle misure che a nostro avviso penalizzano i soliti noti e non intervengono sui grandi patrimoni, le rendite finanziarie, i capitali scudati, etc.. E d'altro canto, guardiamo con interesse al lavoro in corso in queste settimane. A parole si dice "punteremo sullo sviluppo, sburocratizzeremo la macchina dello Stato". Sono sfide che vale la pena vengano affrontate con decisione. E qualora le misure attraverso cui il Governo affronterà queste sfide fosse condivisibili, Italia dei Valori senz'altro le appoggerà. Bisogna anche dire che però certe uscite come ad esempio quelle molto discutibili sui giovani, o quella sulla possibilità di mettere in discussione l'art. 18, sono posizioni che non possono trovare il nostro supporto in Parlamento. Quindi manterremo una posizione aperta, ma anche critica. Perché il si e il no a prescindere debbono appartenere ad un vecchio modo di fare politica, che in questa fase emergenziale va a nostro modo di vedere superato. Noi siamo per andare presto alle elezioni, perché è giusto che affronti con convinzione le sue sfide, il suo incarico, però è anche vero che questo, a detta di tutti, è un Governo di emergenza e le emergenze non possono durare due anni. E quindi al più presto dobbiamo tornare alle urne, ma con una nuova legge elettorale che vada nel senso di quanto preteso e richiesto dai cittadini attraverso i referendum, che poi purtroppo non sono stati approvati dalla Corte Costituzionale, e quindi si torni a restituire al Paese un Governo eletto e un Parlamento rinnovato, perché questo Parlamento pieno di inquisiti, personaggi impresentabili e che si sono venduti al miglior offerente è un Parlamento che ormai non ha più alcun senso."

giovedì 2 febbraio 2012

Monti e la monotonia del posto fisso: attenzione alle parole e alle strumentalizzazioni

Che un contratto a tempo indeterminato fosse diventato "L'isola che non c'è" dei giovani precari era ormai evidente a tutti. Ma che il Presidente del Consiglio ce lo sbattesse sotto il naso così durante un'intervista a Matrix (puntata di ieri sera - 1 febbraio 2012, ndr.) non è accettabile. "I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita."

Una frase spiacevole da chi dovrebbe preoccuarsi di quel 30% dei giovnai italiani sotto i 24 anni disoccupati, ai quali le banche senza uno stipendio fisso non concedono un mutuo, nè una carta di credito o un fido sul conto corrente. Come si può pensare al futuro dei giovani e al rilancio dell'Italia se queste sono le premesse?

Con una mano dà e con l'altra toglie caro Monti. "La grande maturità con cui gli italiani per ora hanno accettato questi sforzi" potrebbe venire presto meno di fronte a simili dichiarazioni, spiacevoli e irriverenti. Sforzarsi di darle fiducia e di aspettare di vedere i risultati dell'operato del governo diventa difficile.

Tutti hanno pensato o pensano questo, dopo aver visto il video che circola in rete con l'intervento di Monti e la sua spiacevole affermazione a Matrix. Anche io all'inizio. Poi, mentre mi accingevo a scrivere questo post ho fatto una riflessione sulla strumentalizzazione delle parole e mi sono domandato: "Ma è davvero quello che intendeva dire, o così il popolo ha voluto capire?"

Io ci ho visto qualche cosa in più. Infatti, avendo ascoltato più attentamente il resto dell'intervento (e vi invito a seguire il mio esempio), credo sia possibile e doverso fare uno sforzo per dare fiducia, pur mantenendo delle riserve.

Sono d'accordo con lei, caro Monti, quando dice che sia necessaria una riforma della mente, creando consapevolezza sui cambiamenti del mondo e del mercato del lavoro. E ancora, sono d'accordo con lei quando dice "è più bello cambiare e avere delle sfide purchè siano in condizioni accettabili."

Tuttavia, i giovani hanno bisogno di qualcosa di concreto per arrivare a fine mese, per costruire una professione, una famiglia, l'Italia. Perchè la monotonia sarà anche "una brutta malattia", ma l'Italia del domani sarà costruita dalle giovani generazioni di oggi, che oggi purtroppo sembrano non avere futuro.

Continuo ad avere delle riserve per una frase del genere, ma voglio essere ottimista e vedere in questa sua frase uno spiacevole errore - perchè quello resta e dovrà recuperare - troppo "pompato" e decontestualizzato.

Ha tempo fino alla primavera del 2013 per cambiare le cose e convincermi. Se il posto fisso è una monotonia, caro Presidente del Consiglio, trovi un'alternativa credibile che renda la nostra vita mutevole e poliedrica, ma non eternamente precaria.

venerdì 16 dicembre 2011

NON SOLO POLITICA - Lega Nord Varese: parla il segretario cittadino Marco Pinti

"L'Altra Politica" dà spazio al nuovo segretario varesino di Lega Nord Marco Pinti, eletto a settembre a larga maggioranza.

Si parla del governo Monti e della Lega, della Videopolitica e dei Social Network - un pò criticati a favore di una politica più reale fatta di contatto diretto con la gente, in vecchio stile militanza, tipico di Lega Nord.

Un'intervista diretta, fatta di riflessioni puntuali, non senza una punta di critica pungente.

Il governo Monti ha da poco presentato la nuova manovra anticrisi. Lega Nord sembra essere compatta nel sostenere che non voterà la fiducia. Quali sono i perché che spingono la Lega a dire no a Monti?

"Il governo di un Paese democratico deve essere eletto dai cittadini, soprattutto in una situazione d’emergenza come quella che viviamo dove deve venire dal popolo la legittimazione ad agire. Il governo Monti è un insulto alla democrazia, un’operazione di palazzo che toglie sovranità al popolo per dare il potere alle banche che utilizzeranno questo governo per fare solo i propri interessi. Basta poi notare come 40 dei 47 deputati che hanno abbandonato il PDL fossero eletti nelle circoscrizioni del Sud per capire come questa operazione di palazzo sia stata la reazione dello Stato Italiano alla nostra spinta di cambiamento."

Per quanto riguarda la Lega sul territorio di Varese, Pinti nega, invece, le tanto chiacchierate discordanze cittadine fra un presunto manipolo di Antimaroniani e una maggioranza di fedeli all'ormai ex Ministro bosino Roberto Maroni, rispondendo in modo incisivo alla domanda "Si è parlato a lungo del confronto-scontro interno fra “Maroniani” e “Antimaroniani” nel cuore di Varese. Cosa ne pensa il segretario cittadino neoeletto": "Non esiste alcuno scontro interno. La Lega è compatta con Bossi."

Lega Nord Varese (ma non solo) è molto attiva su Facebook. Pochi sono gli account di Twitter del Carroccio, invece. Nel futuro di Lega Nord Varese c’è anche un account Twitter? Cosa ne pensa il segretario cittadino varesino del rapporto fra Social Network e Politica?

"I Social Network, nel bene e nel male, hanno segnato una rivoluzione. La politica ha il dovere di informare e per farlo bisogna diventare pratici di tutti i mezzi di comunicazione per dare risposte ed essere stimolo a riflettere sulla situazione del Paese. Non dimentichiamo però il rapporto di fiducia tra un movimento come la Lega Nord e il suo popolo si è sempre fondato sul rapporto diretto con le persone che si incontrano per strada. Altrimenti il rischio è quello di diventare movimenti virtuali, votati e amati solo da persone che considerano politica il barricarsi dietro una tastiera e mettere “mi piace” su Facebook. Personalmente ho poi l’impressione che gran parte del tempo che si passa in rete suoni spesso come tempo perso a costruire realtà sognate: la realtà quella vera è quella che si incontra fuori dal computer e per modificarla, se vogliamo modificarla c’è bisogno di gesti concreti, reali."

Videopolitica: la politica odierna secondo molti è sempre più spettacolarizzata. Sempre più Video e sempre meno Politica. Cosa ne pensa?

"Il Video è un ottimo mezzo per veicolare un messaggio politico, per fare una provocazione, per prendere o prendersi in giro. Rimane però che per la sua natura unidirezionale, con un video non si può dialogare, Video e Politica rimangono separati in casa. La Politica è un incontro/scontro di idee che ha per teatro naturale la piazza, vero luogo in cui si può sperare di fare qualcosa in più che occuparsi della reciproca manutenzione dei propri pregiudizi."

foto da www.laprovinciadivarese.it

lunedì 12 dicembre 2011

Monti e la Manovra. Le parole pesano tantissimo. Il passato non si può dimenticare.

Riguardando la puntata di Porta a Porta dello scorso 6 dicembre, quella in cui Vespa intervistava il Premier Monti per illustrare la manovra, non sono riuscito a capire chi era il giornalista, né tanto meno se il passato abbia ancora un valore.

Mi spiego meglio. Ho visto l'esatto opposto di quello che in una circostanza simile dovrebbe accadere: il sano giornalismo in stile "watch dog" - cane da guardia -, interessato a portare a galla le cose più importanti, le questioni più spinose, quelle più care agli italiani.

Certo, ormai dovrei sapere che si tratta di un giornalismo per lo più mandato in soffitta, ma non si può nemmeno fare di questo lavoro uno spettacolo simile a "un the con i pasticcini", lasciando parlare a ruota libera una delle più alte cariche dello Stato - centro di interesse nazionale e internazionale in una fase economica così delicata - dipingendo semplicemente la manovra come un sacrificio necessario comprensibile e da comprendere. Ci si aspetta di più da un programma del servizio pubblico.

E mentre, durante lo show, il sociologo Renato Mannheimer spiegava come la fiducia nel Premier fosse scesa solo del 10% dopo la presentazione della manovra (passando dal 74% del 25 novembre al 64% del 5 dicembre), io non potevo fare altro che pensare e ripensare alla parole di Monti: "se i giovani italiani oggi non trovano lavoro questo è anche perchè per decenni nel passato il mondo politico per avere consenso soddisfaceva tutte le istanze, caricando le povere spalle degli italiani che non erano ancora nati di grande debito che adesso c'è su quelle spalle."

E ora mi domando se a nessun altro a parte me - Vespa in primis - sia venuto in mente di chiedere al Primo Ministro di quali istanze stesse parlando: forse non ricorda Tangentopoli e i soldi che la classe politica - non sufficientemente rinnovata - ha fagocitato negli anni. E ancora più, non si rende conto che, oggi, 945 (il numero dei Parlamentari italiani, ndr.) moltiplicato per 11.704 euro (lo stipendio mensile procapite, ndr.) equivale a una spesa annua pari a 11.060.280 di euro.

Io sono uno di quei giovani di cui parla Monti. Tangentopoli non l'ho vissuta, ma l'ho studiata. Oggi sono senza lavoro o quasi, credo poco nei politici e soprattutto credo che la politica costi troppo al popolo che già le delega la cosa più importante che ha: la propria sovranità.

Forse si sarebbe potuto risparmiare qualche sacrificio agli italiani, chiedendone fin da subito qualcuno ai nostri politici, decisamente i più cari d'Europa.

lunedì 28 novembre 2011

Governo Monti: è tempo di lavorare. Noi: sospendiamo il giudizio.

L'ormai ex Ministro Maroni rompe gli induci: il governo Monti segna la fine dell'alleanza formale fra la Lega e il Pdl. E mentre il cavaliere lo incalza smentendo e ricordando che non si ricandiderà, Maroni parla di "nuova Triplice", una nuova allenza delineatasi fra Pdl, Pd e Udc, che appoggiano il nuovo governo.


Monti è appena arrivato, non ha avuto quasi nemmeno il tempo di prendere il suo posto, e già viene messo in discussione quello che ha fatto. Ma che cosa ha fatto? Forse, prima di metterlo in croce e decidere di mandarlo a casa, bisognerebbe attendere qualche mese e dargli il tempo di lavorare.

Un amico una volta mi ha detto che le persone meritano di ricevere il beneficio del dubbio. In fondo a nessuno di noi piace essere giudicato per quello che ancora non ha fatto!

Sono finiti i tempi in cui Lega e Pdl andavano a braccetto? E allora? L'Italia aveva bisogno di un cambiamento. Stiamo a vedere cosa accadrà nei prossimi mesi. Dopo potremo giudicare.

venerdì 25 novembre 2011

Governo Monti. Terzi apre la strada ai social fra le file dei Ministri?

Ancora in fasce il governo Monti correva già fra le praterie dei social network, Twitter in testa. Commenti in diretta, fra ironia, riverenza e scetticismo.

Eppure, in un'epoca così multimediale e così videopoliticamente social, i nuovi ministri non hanno confidenza con il web. Nessun profilo, pagina o account personale. Forse poca dimestichezza con gli strumenti oppure persino una distanza scritta nel dna di politici vecchio stampo, un pò dinosauri, non solo per i loro sostanziosi e invidiabili curricula, ma quanto più forse per l'età.

Il primo ad affacciarsi timidamente sulla scena di Twitter è il Ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi. Il primo tweet, comparso il 22 novembre, è dedicato all'Egitto e ai diritti civili. In poco tempo la notizia dilaga e, ad oggi, il neoministro con soli 43 tweet raccoglie ben 6.366 follower.

Ma sarà capace di utilizzare lo strumento efficacemente e non deludere chi lo segue con attenzione?

E soprattutto, Terzi farà da apripista ai suoi colleghi? In fondo i giovani, il lavoro, la rete e molto altro ancora sono tutti temi che questo governo dice di avere a cuore. E Twitter, non chè i social network in generale, sono sempre più terreno fertile per stabilire un contatto reale con il popolo.