Una frase spiacevole da chi dovrebbe preoccuarsi di quel 30% dei giovnai italiani sotto i 24 anni disoccupati, ai quali le banche senza uno stipendio fisso non concedono un mutuo, nè una carta di credito o un fido sul conto corrente. Come si può pensare al futuro dei giovani e al rilancio dell'Italia se queste sono le premesse?
Con una mano dà e con l'altra toglie caro Monti. "La grande maturità con cui gli italiani per ora hanno accettato questi sforzi" potrebbe venire presto meno di fronte a simili dichiarazioni, spiacevoli e irriverenti. Sforzarsi di darle fiducia e di aspettare di vedere i risultati dell'operato del governo diventa difficile.

Io ci ho visto qualche cosa in più. Infatti, avendo ascoltato più attentamente il resto dell'intervento (e vi invito a seguire il mio esempio), credo sia possibile e doverso fare uno sforzo per dare fiducia, pur mantenendo delle riserve.
Sono d'accordo con lei, caro Monti, quando dice che sia necessaria una riforma della mente, creando consapevolezza sui cambiamenti del mondo e del mercato del lavoro. E ancora, sono d'accordo con lei quando dice "è più bello cambiare e avere delle sfide purchè siano in condizioni accettabili."
Tuttavia, i giovani hanno bisogno di qualcosa di concreto per arrivare a fine mese, per costruire una professione, una famiglia, l'Italia. Perchè la monotonia sarà anche "una brutta malattia", ma l'Italia del domani sarà costruita dalle giovani generazioni di oggi, che oggi purtroppo sembrano non avere futuro.
Continuo ad avere delle riserve per una frase del genere, ma voglio essere ottimista e vedere in questa sua frase uno spiacevole errore - perchè quello resta e dovrà recuperare - troppo "pompato" e decontestualizzato.
Ha tempo fino alla primavera del 2013 per cambiare le cose e convincermi. Se il posto fisso è una monotonia, caro Presidente del Consiglio, trovi un'alternativa credibile che renda la nostra vita mutevole e poliedrica, ma non eternamente precaria.