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giovedì 2 febbraio 2012

Monti e la monotonia del posto fisso: attenzione alle parole e alle strumentalizzazioni

Che un contratto a tempo indeterminato fosse diventato "L'isola che non c'è" dei giovani precari era ormai evidente a tutti. Ma che il Presidente del Consiglio ce lo sbattesse sotto il naso così durante un'intervista a Matrix (puntata di ieri sera - 1 febbraio 2012, ndr.) non è accettabile. "I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità, che monotonia un posto fisso per tutta la vita."

Una frase spiacevole da chi dovrebbe preoccuarsi di quel 30% dei giovnai italiani sotto i 24 anni disoccupati, ai quali le banche senza uno stipendio fisso non concedono un mutuo, nè una carta di credito o un fido sul conto corrente. Come si può pensare al futuro dei giovani e al rilancio dell'Italia se queste sono le premesse?

Con una mano dà e con l'altra toglie caro Monti. "La grande maturità con cui gli italiani per ora hanno accettato questi sforzi" potrebbe venire presto meno di fronte a simili dichiarazioni, spiacevoli e irriverenti. Sforzarsi di darle fiducia e di aspettare di vedere i risultati dell'operato del governo diventa difficile.

Tutti hanno pensato o pensano questo, dopo aver visto il video che circola in rete con l'intervento di Monti e la sua spiacevole affermazione a Matrix. Anche io all'inizio. Poi, mentre mi accingevo a scrivere questo post ho fatto una riflessione sulla strumentalizzazione delle parole e mi sono domandato: "Ma è davvero quello che intendeva dire, o così il popolo ha voluto capire?"

Io ci ho visto qualche cosa in più. Infatti, avendo ascoltato più attentamente il resto dell'intervento (e vi invito a seguire il mio esempio), credo sia possibile e doverso fare uno sforzo per dare fiducia, pur mantenendo delle riserve.

Sono d'accordo con lei, caro Monti, quando dice che sia necessaria una riforma della mente, creando consapevolezza sui cambiamenti del mondo e del mercato del lavoro. E ancora, sono d'accordo con lei quando dice "è più bello cambiare e avere delle sfide purchè siano in condizioni accettabili."

Tuttavia, i giovani hanno bisogno di qualcosa di concreto per arrivare a fine mese, per costruire una professione, una famiglia, l'Italia. Perchè la monotonia sarà anche "una brutta malattia", ma l'Italia del domani sarà costruita dalle giovani generazioni di oggi, che oggi purtroppo sembrano non avere futuro.

Continuo ad avere delle riserve per una frase del genere, ma voglio essere ottimista e vedere in questa sua frase uno spiacevole errore - perchè quello resta e dovrà recuperare - troppo "pompato" e decontestualizzato.

Ha tempo fino alla primavera del 2013 per cambiare le cose e convincermi. Se il posto fisso è una monotonia, caro Presidente del Consiglio, trovi un'alternativa credibile che renda la nostra vita mutevole e poliedrica, ma non eternamente precaria.

giovedì 26 gennaio 2012

Martone hai toppato. Ora dovrai dimostrare di più.

"Bisogna cominciare a dire la verità, ma io ho scelto la parola sbagliata". Con questa frase, durante la trasmissione di LA7 "8 e Mezzo", Michel Martone ha cercato di riparare all'offesa rivolta a tutti i 28enni non ancora laureati, definiti superficialmente "sfigati".
Un grave errore commesso durante la sua prima apparizione pubblica come Vice Ministro del Lavoro, che certamente non è passato inosservato.

"Sono dispiaciuto per come è stata interpretata e per i giovani che si sono sentiti offesi". "Tuttavia, ha aggiunto, "sono sfortunati quelli che aspettano tanto per laurearsi perché il mercato del lavoro si fa sempre più difficile, più tardi ci si laurea più difficile è trovare lavoro. Questa è una verità scomoda."

Troppo tardi e troppo comodo. Un personaggio pubblico che ricopre un incarico di prestigio come quello di Vice Ministro del Lavoro, con delega all'occupazione giovanile e alle politiche del lavoro, non può permettersi di fare di tutta un erba un fascio. Soprattutto viste le "scomode verità" che lo riguardano.

Mentre chi davvero prova ad impegnarsi - cercando di barcamenarsi fra tasse universitarie salatissime e la precarietà di lavori umili e sottopagati - viene umiliato ed etichettato in questo modo, infatti, il giovanissimo
Michel Martone non sembra aver dovuto affrontare grandi difficoltà per arrivare dove si trova ora.

Figlio del già noto Antonio Martone, giudice di spicco che presidiò persino la celebre Commissione Anti-fannulloni voluta dall'ex ministro Brunetta, è stato promosso a titolare di una cattedra come docente universitario ordinario a soli 29 anni in un paese dove l'età media per diventare ricercatore è 35. La sua carriera accademica è stata brillante e fulminea fino ad arrivare al governo. Per una persona che è stata assistita da tutta questa "fortuna" è facile parlare. Ecco perchè non si può accettare un simile giudizio.
Si pretende di più da qualcuno che è chiamato ad impegnarsi per risolvere i problemi dell'Italia e dei giovani italiani.

D'altra parte, tuttavia, non c'è da stupirsi troppo visto che il Vice Ministro del Lavoro segue semplicemente l'esempio dei suoi illustri colleghi Padoa Schioppa - che diede ai giovani l'appellativo di "bamboccioni" - e del ministro Brunetta che era tanto affezionato al termine "fannulloni".

Insultare continua dunque ad essere una moda. Ma la politica non è una moda. E ora che hai fatto un tanto burrascoso ingresso nella vita politica del nostro Paese, caro Martone Junior, dovrai rassegnarti ad essere messo al microscopio.
Perchè essendo lei, Ministro, una delle rare occasioni in cui abbiamo un giovane al governo, non possiamo permetterci che siano queste le idee che ci rappresentano.