mercoledì 15 dicembre 2010

Il Parlamento come uno stadio in rivolta. Altro che ultràs!

Sono sinceramente senza parole. Ieri sera ho acceso la tv e mi sono dovuto sforzare per continuare a guardare quello che il tg stava trasmettendo.

Non una nota di diniego, solo immagini e un pacato commento da notizia, come se nessuno avesse notato quello che ho visto io.

Ma è possibile che solo il sottoscritto abbia visto il disgustoso spettacolo della politica italiana?

Bandiere che sventolano, cori da stadio che incitano Fini alle dimissioni, un ministro - la Polidori - offeso con un appellativo impossibile da fraintendere (Tr***), i Pdiellini che esultano come quando il portiere della squadra del cuore blocca un tiro di quelli che tutti già davano come gol sicuro, e la Lega che esce dalla Camera cantando Va Pensiero.

Poco conta chi fosse di destra e chi di sinistra.

Quello che mi sconvolge è che queste sono le persone che ci governano, che decidono per noi. Gente che dimostra chiari atteggiamenti di inciviltà, di irriverenza, e perchè no, anche di totale mancanza di rispetto verso chi ogni giorno si reca in fabbrica o in ufficio e fatica per portare a casa uno stipendio - che a volte non basta nemmeno per arrivare a fine mese.

Gente che è pagata per sedere in quelle aule e prendere decisioni. E invece cosa fa? Rissa.

Forse ieri Berlsuconi avrà ottenuto la fiducia (per altro certamente risicata nei numeri e difficile da mantenere), forse avrà vinto la sua battaglia.

Ma di sicuro ieri la politica italiana ha perso. Ha perso ancora una volta.

Squadra e compasso ridisegnano Mr B.

Il 9 Dicembre il Grande Oriente d’Italia scrive, per la seconda volta, al premier Silvio Berlusconi. La lettera è rivolta, come spiega il redattore Gioele Magaladi, non solo a lui ma anche a tutti gli italiani affinchè possano capire chi li guida che politico e persona sia.

Non serviva certo la massoneria per comprendere che il vecchio piduista e la politica sono proprio due cose distinte e separate e che assieme sono un cocktail di figure di merda indigesto pure agli americani, popolo che non va troppo per il sottile in cucina.

Squadra e compasso ammoniscono il compassato squadrista di Arcore, proprio ora che si avvicina la data del 14 Dicembre, come se fosse un bambino cattivo da mettere in riga, ricordandogli che il popolo italiano non è ingenuo e ha capito che l’immagine nel leader potente in patria e amato all’estero sono solo un mucchio di frottole. Per rimanere sempre in tema di geometria non siamo un paese di ottusi e quindi molto presto tracceremo una bella linea retta per cancellare il nome di Silvio Berlusconi.

Magaladi infatti spiega che secondo lui attraverso le carte pubblicate da Wikileaks gli Usa ci hanno mandato un messaggio chiaro, per loro infatti: “Berlusconi è un alleato infido e inaffidabile, lingua in bocca con l’altrettanto infido Gheddafi, con l’anti-israeliano Erdogan, con Putin”.
Rincarando la dose il framassone spiega che “non solo Berlusconi è infido e inaffidabile, ma anche incapace di governare, poco lucido, in cattive condizioni psico-fisiche e giunto ormai al capolinea. Perciò prima gli italiani lo mandano a casa, meglio è”.

Come se non bastasse il Libero muratore continua a infierire sull’Occupato palazzinaro per la scelta di aver fatto deferire ai probiviri gli onorevoli Granata, Briguglio e Bocchino ma soprattutto mettendo alla porta Fini il co-fondatore del Popolo delle Libertà “(quale libertà, quella di obbedire ciecamente alla tua dispotica, anti-democratica e illiberale persona?), [mettendo alla porta.] sia altri rappresentanti del popolo sovrano eletti senza vincolo di sudditanza/vassallaggio a te, ma obbligati a rispondere del loro operato solo agli italiani che li hanno votati”.

Nella lettera vengono attaccati anche gli amichetti di sinistra di Mr B.: “cari compagni Veltroni, D’Alema, Latorre e Renzi: basta con gli inciuci vecchi e nuovi. Cercate di non farci venire voglia di aprire armadi pieni di scheletri pericolosi, e lavorate con rigore e armonia alla rigenerazione civile del Paese.”

Per finire in grande stile il massone raccomanda al Cavaliere, di rimontare a cavallo di una più corretta politica, seguendo sei suggerimenti che, in stile crociate, gli vengono proposti. Questi trattano temi che sono un mix di politica e prostituzione (in alcuni passaggi non si capisce dove finisca la politica e inizi la prostituzione) tanto cari al nostro Squadrato di Arcore.

Fernando Di Cristofaro

venerdì 10 dicembre 2010

Comprami che mi vendo a'sorcino

“Faccio in fretta un altro inventario, smonto la baracca e via” così il Sorcino Arcoriano prepara la campagna acquisti in stile Ibra-Robinho nel parlamento italiano. Secondo Massimo Calearo, ex Api e Pd il voto di un deputato vale tra “350 e 500 mila euro”. (http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/309535/).

Certo non sono paragonabili agli ingaggi che il Cavaliere Miky Mouse ha offerto a Ibraimovic e a Robinho per approdare quest’anno al Milan, ma si sà, la politica non è certo importante quanto il calcio. “C'é un infelice ovunque vai, voglio allargare il giro dei clienti miei” dopo aver pagato 5000 euro per la sola compagnia di Ruby Rubacuori, molto probabilmente ispirato dal Bonus Bebè (anch’esso di 5000 euro) promosso dal Governo per aiutare le famiglie che mettono al mondo bambini in questo periodo di crisi finanziaria, ora Mr B. si accinge a far acquisti tra gli smunti Pannelliani.

Dopo troppi scioperi della fame, la fame avanza. Così c’è bisogno di andare al supermercato per fare la spesa e rifocillarsi un po’ e i sei deputati di Pannella (Elisabetta Zamparutti, Rita Bernardini, Matteo Meccacci, Maurizio Turco, Marco Beltrandi e Antonietta Farina Coscioni) sono in procinto di recarsi ad Arcore, famosa per i formaggi di B., dove questi neo-sorcini potranno finalmente addentare qualcosa.

Questo formaggio puzza un pò, sarà forse Gorgonzola, famoso formaggio ammuffito nativo della bassa-padana con il quale il Presidente Jerry ha già cinto il cuore di quel golosone di Mastella che nel 2008 fece cadere il governo Prodi? Nella politica Italiana e principalmente per l’ex ministro dell’ingiustizia Clemente Mastella vale il detto: “uomo di panza uomo di sostanza”.

“Mi vendo... un'altra identità! Ti dò quello che il mondo...Distratto non ti dà” forse anche Renato Zero, con una preveggenza che sfiora il paranormale, aveva previsto questa crisi identitaria dei politici italiani, infatti, notizia di pochi giorni fà: Massimo Calearo, ex Api eletto come capolista in Veneto nel Pd di Veltroni, Bruno Cesario del gruppo Misto, e Domenico Scilipoti dell'Idv; sono passati anche loro nel partito del Sorcino Delle Libertà.

Lo Zero della politica conta di uscire il 14 Dicembre con una stringatissima maggioranza dal parlamento, così che gli Zero dell’informazione possano urlare che il formaggio ad Arcore non manca, che la crisi di governo non esiste e che sia tutta un’invenzione di qualche gattaccio comunista.


La politica Italiana ridotta al ridicolo, manco vivessimo in un cartone animato di Tom e Jerry.

Tra un inseguimento e l’altro non ci rimane che sperare che per una volta vinca Tom.


Fernando Di Cristofaro

martedì 7 dicembre 2010

"Resto con mio marito" - Ma perchè non parliamo di cose più serie!

La politica italiana ha già i suoi problemi senza che ci si metta Novella 2000 a parlare di "pizzi e merletti"...Non è il caso di mettere altra carne sul fuoco con notizie inutili: flirt, interviste, pettegolezzi.

Ma dico io, chissene frega delle dichiarazioni della moglie di Bocchino sul presunto flirt con la Carfagna! Ma non sarà giornalismo questo? L'Italia ha bisogno di altro.

Sono ben altri gli argomenti che dovrebbero riempire le pagine dei nostri giornali! Stiamo parlando di Novella 2000, una rivista di gossip, infondo. Ma la questione resta: con tutti gli argomenti che si possono trattare, proprio questo?

Come se all'estero non ridessero già abbastanza di noi!

Fonte: http://www.corriere.it/politica/10_dicembre_01/novella_bocchino_0eecf228-fd6a-11df-a940-00144f02aabc.shtml

domenica 14 novembre 2010

Il fine giustifica i mezzi. Ma non esageriamo adesso

Va bene che l'intento è quello di porre fine al mandato di Berlusconi come Premier, va bene che "Il fine giustifica i mezzi", ma non esageriamo ora.

Le voci vorrebbero Fini e Casini pronti ad allearsi con il Pd di Bersani alle prossime elezioni pur di vincere. O in alternativa, per non arrivare nemmeno alle elezioni, ma risolvere la crisi ancor prima e mantenere un governo di centro destra, si è parlato persino di un passagio di testimone: Premier Giulio Tremonti o altri personaggi del calibro di Gianni Letta.

Spero si tratti di qualche barzelletta. Perchè altrimenti questa alternativa alla destra berlusconiana inizia già con il piede sbagliato; direi, con qualche compromesso di troppo.


Passi (anche se non sono decisamente un fan di questa opzione!) per una maxi coalizione alle elezioni. Diciamo che non mi piace l'idea, ma potrei anche digerirla con molto bicarbonato e un pò di pazienza...Ma un passaggio di testimone all'interno delle fila berlusconiane, non credo sarebbe la soluzione per chi cerca un'alternativa.


Al di là delle personali convinzioni politiche, non sarebbe forse ua soluzione di ripiego che vedrebbe Premier qualche personaggio che in fondo - e neanche troppo in fondo - sarebbe solo una marionetta?


Tremonti è un'economista, non credo sia tagliato per il ruolo di Primo Ministro; senza contare il fatto che lui per primo si è detto "non disposto a operazioni anti-berlusconiane".


E...Ciliegina sulla torta: il Premier cosa pensa di tutto questo? E la Lega sarebbe davvero disposta a concedere certi spazi di manovra, proprio ora che la sua alleanza con il Pdl continua a premiarla in termini di consenso? E' proppio il caso di dire: non mettiamo il carro davanti ai buoi.

Infine, vorrei concludere riprendendo da dove ho iniziato la mia riflessione: il grande Nicolò Macchiavelli ha inaugurato la massima che tutti conosciamo "Il fine giustifica i mezzi"; ma lui visse tra la seconda metà del '400 e la prima del '500.


Oggi siamo nel 2010. Mi domando: è possibile che in politica (dove le decisioni di pochi contano per quelle di tutti) non sia cambiato nulla, e l'unico modo per vincere sia rifarsi ancora al motto macchiavellico?

lunedì 25 ottobre 2010

Fli come futura alternativa a destra

Tempo di cambiamento nella destra italiana. Alle prossime elezioni ci sarà un nuovo partito, Fli, "quello di Fini" per intenderci.

E a meno che non cambino le cose strada facendo, da qui al voto, questa nuova forza politica di destra potrebbe rendere le cose non troppo facili al Pdl e a Berlusconi. Ora più che mai dall'interno della maggioranza lo sta già facendo. Un esempio lampante è la legge sul Lodo Alfano.

No alla reiterabilità del Lodo. Questo è quello che dice il numero uno di Fli, il Presidente della Camera Gianfranco Fini. «La legge - ha detto -, piaccia o no, è uguale per tutti. Noi vogliamo tutelare la funzione del presidente del Consiglio e non la persona. Questo significa che i processi devono essere sospesi ma non certo annullati e per questo siamo contrari alla reiterabilitá del Lodo Alfano».


Fini ha voltato le spalle a Berlusconi? Sembrerebbe. Ha sfruttato la posizione di terza carica dello Stato per scalare le vette delle visibilità? A quanto pare. La sua è stata stategia? Credo proprio di si.

Eppure se per alcuni abbiamo ancora di fronte un ex missino, per altri alle prossime elezioni potremmo avere a che fare con la prima vera alternativa alla destra berlusconiana. Senza dover guardare alle ali estreme.


mercoledì 29 settembre 2010

La politica corre sul web



Il Presidente della Camera ha detto "no alla tv" e si alla grande rete. Ha scelto quindi You Tube e internet per dare una spiegazione e una interpretazione dei fatti che lo vedono coinvolto da qualche mese, noti come la "Vicenda della casa di Montecarlo".

Senza entrare nel merito dei contenuti (questo lo lascio fare alle personali opinioni politiche di ognuno di voi, me compreso) ritengo sia doveroso da parte mia dedicare a questo evento un post sul mio blog.

Parlo di evento, perchè di questo si tratta. Scegliendo la via del web lo stesso Gianfranco Fini ha scelto di parlare il nuovo linguaggio della videopolitica, non quello della tv, della spettacolarizzazione, ma senz'altro quello della personalizzazione e della mediatizzazione della politica.

Costretto dagli eventi? Forse. Giusto o sbagliato? Nè giusto, nè sbagliato, ma senza dubbio meritevole di stima, quanto meno per l'astuzia e per l'aplomb del suo
gesto, composto, educato e non da circo.

E a quelli che, come
Crespi, credono che questo gesto sia la fine di un epoca e l'inzio di un altra per la politica, mi viene da chiedere, con un pizzico di ironia: ma dove siete stati fin'ora?

Questa è la videopolitica, ed è già da un pezzo che ha rivoluzionato le cose.

mercoledì 8 settembre 2010

Servizio Pubblico e Spin Doctoring




Quando si dice, per citare le parole di un cristiano democratico, che "certi giornalisti sono a pecora con il governo!"

Ma è possibile che sulla Rai, la televisione del servizio pubblico
,
ci si debba trovare costretti a sorbirsi un polpettone di editoriale come questo? Con tutto il rispetto per la libertà di stampa, mi viene da sorridere quando Minzolini parla di "solita cappa mediatica che sta tentando di condizionare gli equilibri del paese"... Da che pulpito!

Ma d'altra parte...c'era da aspettarselo!
Spin Doctoring docet...

giovedì 15 luglio 2010

Berlusconi e lo spot del turismo. Videopolitica docet.




Italia Paese magico. Questo il succo di questo spot del Ministero del Turismo. La voce l'avrete senz'altro riconosciuta: è quella del Premier Silvio Berlusconi. Dopo esserci fatti conoscere nel mondo per l'emergenza spazzatura di Napoli, ora cerchiamo di promuoverci come Magica Italia.

Senza dubbio si tratta di una buona mossa sul piano del marketing territoriale: confezionare uno spot che vada in onda in tv e che parli del nostro Paese come una paese ancora da scoprire.

Forse un pò meno azzeccata la scelta dello speaker. Chi non apprrezza il Premier italiano potrebbe infatti finire con l'associare il suo scarso apprezzamento individuale con quello per le bellezze del Belpaese. Non ci hanno pensato probabilemente al Ministero del Turismo. E soprattutto non hanno pensato al fatto che ancora una volta ci saremmo trovati di fronte a una personalizzazione della politica. Una eccessiva personalizzazione, direi. Videopolitica docet.

Una cosa bisogna però riconoscerla al Premier: ci ha risparmiato il maccheronico tentativo di parlare un inglese che persino il meno poliglotta degli italiani avrebbe deriso. L'allusione, per chi non lo ricordasse, è all'analogo "macabro" messaggio personalistico - datato 2007 - che l'allora Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli rivolse ai turisti stranieri.



giovedì 8 luglio 2010

Naufraga l'Isola per Mastella

Mastella ha detto no a Gori, si a Valsoia! Un modo simpatico per dirvi che l'onorevole Europarlamntare dell'Udeur Clemente Mastella non è più in corsa per l'Isola dei Famosi.

"Il mio scopo sarebbe stato costringermi a fare un pò di dieta" ha spiegato, ma ora rinuncia. E meno male, dico io. Ma è possibile che un onorevole per fare un pò di dieta debba partecipare a un reality show?
Solo in Italia può accadere una cosa del genere! La politica sta scivolando sempre più in basso; e, sebbene questa volta siamo riusciti a scamparla, credo sia presto per tirare un sospiro di sollievo.

D'altra parte se le cose stanno così, non
mi stancherò mai di dirlo, è perchè siamo nell'era della Videopolitica, e ormai non si torna più indietro.

Chissà a chi andrà la prossima candidatura per un "biglietto per l'Isola"? Magari andasse al ministro Sacconi...Dopo aver invitato noi giovani precari ad andare a fare la raccolta stagionale di frutta, potrebbe trovarsi bene a raccogliere cocchi e manghi sull'Isola.

Come al solito riporto la fonte della notizia primaria:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2010/06/25/visualizza_new.html_1846583812.html

Troppo tempo in silenzio, scusate!


Prima di tutto le mie scuse per essere mancato così a lungo
, poi eccovi un nuovo post...non potevo non scrivere qualcosa a riguardo...

sabato 1 maggio 2010

Fini all'Insubria "ha parlato" anche di Tangentopoli. Qualcuno se n'è accorto? - di Andrea Catalano

Non si poteva non dedicare invece un singolo post ad un tema appena accennato da Fini, ma davero importante secondo me.
Sto parlando di Tangentopoli, spina nel fianco dei politici.
Forse non molti se ne saranno accorti, ma l'argomento è emerso velatamente in un discorso sui costi della politica per il mantenimento dei partiti, specie in campagna elettorale.

Poiché non sono qui a fare del giornalismo, ma a offrire la mia opinione e la mia interpretazione, devo dire che ho avuto l’impressione che fra le righe si cercasse di dire che il dramma di tangentopoli fu causato solo da quello: i politici rubarono soldi alle casse dello stato per far vivere i loro partiti.

Ognuno dia l'interpretazione che desidera, ma questo spiega tutto per me: non è un colore che distingue un politico, ma l'idea stessa che quando si governa si entra a far parte di un qualcosa definibile come casta che lascia cittadino e democrazia sulla porta.

Ognuno è libero di pensare come vuole per fortuna, ma io
ritengo che giustificare tangentopoli spiegando che i politici “prendevano” e non “rubavano” i soldi per la sopravvivenza dei loro partiti, è come dire che la shoah non sia mai esistita.

Andrea Catalano

Politica, informazione e società: trinomio imperfetto - di Andrea Catalano

Dopo i contrasti all'interno del PDL, l'on. Gianfranco Fini ha trovato il tempo per poter tenere una lezione presso l'Università dell'Insubria di Varese sull'informazione e sulla politica. Il presidente della Camera dei deputati ha dunque potuto intrattenersi su un argomento spinoso qual è il giornalismo al giorno d'oggi.

Da bravo demagoga e da uomo intelligente, ha mostrato un'apertura molto positiva verso Internet, asserendo che il web potrebbe abbattere persino le dittature, e questo senza porre nessun riferimento al “caso Italia”. Dopo questa premessa, l'on. Fini ha parlato di un connubio, molto esplicativo a mio giudizio, fra Politica, informazione e società. Se tutti i rappresentanti politici parlassero come l'ex leader di Alleanza Nazionale, verrebbe da chiedersi come mai la politica italiana faccia così tanta fatica a condurre il paese. Difatti la sua analisi è molto critica, discorre persino sul fatto che l'Italia è un paese strano dove ci si dilania per la par condicio e non si pensa mai al futuro poiché si volge lo sguardo perennemente al passato. Parole pure, belle e nobili da parte di chi però sta da quella parte della barricata.

Dopo un discorso sugli ovvi problemi della comunicazione italiana, è tempo di una riflessione molto interessante: oggi viviamo in una società degradata che desidera solo un certo tipo d'informazione, e questo di conseguenza porterebbe ad una scarsa comunicazione ma anche ad un livello di politica molto basso. Niente di nuovo purtroppo, se non la tacita giustificazione per un sistema che non funziona: è sicuramente vero che la nostra società è in crisi, ma l'informazione dovrebbe comunque cercare di migliorarla con la conoscenza. Tuttavia non sono un ipocrita e mi rendo conto che questo è più un'utopia che altro. Eppure la Politica, quella con la P maiuscola, non dovrebbe assoggettarsi a questo ordine delle cose, ma, rappresentando il meglio della società, dovrebbe guidarla e non ripiegarsi su se stessa.

Arrivato il momento delle domande, le cose non sono andate proprio per il verso giusto. Le risposte di Fini, molto elusive, tuttavia non rappresentano la sua ideologia politica né una in particolare, ma sono semplicemente le risposte di un politico che, sebbene si rifiuti di ammetterne l’esistenza, rimane parte di un sistema chiamato “casta”. E per casta non intendo l'accezione negativa del termine, ma “un qualcosa” che vede politici ed uomini comuni sotto un diverso punto di vista. Uno dei punti più dolenti a questo proposito è stato il tema delle intercettazioni. Interpellato sull’argomento, Fini le ha definite ingiuste poiché il loro abuso porta a coinvolgere spesso anche persone che non sono indagate. Se questo è vero, il problema è un altro: a parte che viene omesso il fatto che le intercettazione non possano più essere usate in tribunale, c'è da considerare che se un giornale non le può più pubblicare, saranno i giornalisti ad interpretarle e spiegarle, e questo è ancor più dannoso poiché le libere interpretazioni non sono fatti, e il giornalismo, quello vero, si sa, è fatto di fatti, permettete mio il giro di parole. Ed è strano che Fini, da giornalista consumato, non ci abbia pensato.

È quasi superfluo richiamare l’attenzione sull'unilateralità delle risposte date, dal momento che un ragazzo addirittura non ha nemmeno potuto controbattere ad un argomento spinoso, di fronte ad una chiara risposta evasiva… ma purtroppo si sa come vanno certe cose…


Andrea Catalano

lunedì 26 aprile 2010

Politica e Media. La Rai deve cambiare

Settimana scorsa ho avuto il piacere e, devo ammettere anche l'onore, di intervistare il regista e giornalista Rai Gilberto Squizzato. L'ho avvicinato a seguito di un interessante dibattito presso la sede gallaratese dell'Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), durante il quale il noto regista ha presentato il suo libro "La tv che non c'è. Come e perchè riformare la Rai", e l'ho intervistao per il giornale online per cui lavoro, Varese7Press.

Durante la serata, e in particolare nel corso dell'intervista sono emerse cose davvero interessanti, ma qui voglio discutere del legame fra la politica e la televisione, e più in generale i media. Si può parlare di media liberi? Ormai è chiaro che ogni quotidiano, o quasi, ha un orientamento politico, e alle spalle degli interessi da difendere. Quindi è chiaro che ci saranno delle notizie meno frequenti di altre sulle pagine di un giornale o nei notiziari di una certa parte della tv, o comunque un tono diverso con cui queste verranno trattate.

Se possiamo "accettare" - anche se non di buon grado - che accada una cosa simile, perchè in fondo quando compriamo un quotidiano o ci sintonizziamo su un rete tv privata e commerciale sappiamo cha appartiene a qualcuno, non si può però tollerare che questo accada con la tv del Servizio Pubblico. Questa non dovrebbe forse appartenere al popolo? Non dovrebbe forse essere libera e senza vincoli? Ma è chiaro che, come spiega Squizzato nel suo libro, non lo è.

Chi decide i massimi vertici della Rai? Chi vigila sul regolare andamento del Servizio Pubblico? Alla fine la Rai è purtroppo proprietà dei partiti, della politica. E perchè le cose cambino, è la Rai che dovrebbe cambiare. Questo è in fondo, in estrema sintesi, quello che è emerso dal dibattito con Squizzato, al quale, poi, io ho posto nello specifico alcune domande. In particolare in questa sede ne riporterò due:

Da regista e giornalista, cosa pensa della Videopolitica, ormai sempre più video e meno politica? «In “Tv che non c’è” cito un passaggio del libro “Politica Pop” di Gianpietro Mazzoleni e Anna Sfardini, in cui si parla proprio del politainment, quel genere televisivo per il quale i politici, con i loro capricci, la loro vita privata, diventano materiale di intrattenimento. Il che non farebbe grande scandalo, se non fossero i partiti a controllare la tv. In questo modo diventa una sorta di pubblicità gratuita e indebita.»

Lei è anche docente al Master di Giornalismo dell’Università Statale di Milano. Quali sono i consigli che da ai Suoi studenti per fare giornalismo in un epoca in cui troppo spesso il giornalismo stesso è condizionato dalla politica e dalla pubblicità? «Quello che consiglio è cominciare a mettersi nell’ordine dell’idea di diventare imprenditori di sé stessi, perché la stampa, quella cartacea, conterrà sempre maggiormente il numero di lavoratori, l’accesso alle tv sarà sempre più condizionato dalla politica e la rete offrirà certamente qualche spazio, ma non garantirà il finanziamento pubblicitario. E dunque imprese e agenzie più o meno telematiche saranno ambito di lavoro delle nuove generazioni che hanno il diritto di guardare il mondo con i loro occhi e descriverlo. E l’Ordine dovrà tutelare queste nuove forme di comunicazione, se vorrà continuare a giustificare la sua esistenza. Perché è troppo facile tutelare solo quelli che sono già garantiti.»

Provo conforto a vedere che non sono l'unico a credere che la politica, nei termini della Videopolitica, non sia sempre un bene. C'è chi crede che avvicini alla politica coloro che ne sono sempre stati lontani, grazie al potere che le soft news hanno di attrarre la gente, e c'è chi, come me, crede che a piccole dosi non guasti, ma a lungo andare svilisca la politica e, quel che è peggio, offra ai politici una vetrina per una "pubblicità gratuita e indebita". Squizzato docet.

Le due domande sono tratte dall'intervista che trovate al link http://www.varese7press.it/?p=14069
Inoltre potete leggere anche l'articolo sulla serata e sul dibattito al link http://www.varese7press.it/?p=14065

giovedì 22 aprile 2010

Fini VS Berlusconi - "Ti spiezzo in due"



In casa PDL questa volta lo scontro è forte, irrimediabile forse. Gianfranco Fini arriva allo scontro verbale diretto con il Premier. Lui, Silvio Berlusconi, volto imbronciato, lo ascolta durante il suo intervento, poi, nella replica, lo invita a dimettersi dalla sua carica di Presidente della Camera. Si parla di tradimento, di pentimento per aver contribuito a creare il PDL - come lo accusa Berlsuconi -

Siamo all'epilogo di una lunga amicizia politica, oppure Fini continuerà a militare tra le fila del PDL, inghiottendo il rospo dell'amara sconfitta? Non sembrano entusiasti infatti i presenti esponenti del partito, che più volte fischiano al Presidente della Camera, mentre si lasciano andare a lunghi applausi di fronte alle repliche del Premier.

Fini inaugurerà una nuova era di correnti a destra, proprio come quelle che imperavano ai tempi della DC, oppure rientrerà nei ranghi e come al solito poi si parlerà di una "scaramuccia fra vicini di casa"?

Quel che è certo è che Fini non ha alcuna intenzione di dimettersi dal suo ruolo istituzionale e che, nonostante siano discutibili i modi, le questioni che ha sollevato non solo sono spinose, ma anche, ahimè, veritiere.

Ma quel che è ancora più chiaro, a mio parere, è che ci siamo trovati di fronte a uno spettacolo degno del marchio Videopolitica, come lo intendo io, nel mio modo di vederla come una macchia indelebile della Politica.



lunedì 19 aprile 2010

Politica e numeri: gli sprechi della Politica Italiana




Partiamo da una premessa: non sono mai stato un fan di Marco Travaglio, diciamo che con lui condivido pressocchè solo il nome. Tuttavia quando c'è da essere obiettivi, non mi tiro indietro. La politica costa, e costa troppo.

Si parla orami da tempo di tagli alle spese e al numero dei parlamentari, ma parlarne non è sufficiente. La crisi c'è e l'Italia non naviga certo in acque tranquille. Risparmiare "qualche Euro" togliendolo direttamente dalle tasche dei politici non sarebbe una brutta idea, specialmente se parliamo di certi privilegi o di certe voci del budget che "naturalmente" esulano dallo stipendio (di ben 16.000 al Mese circa) dei nostri Parlamentari, come cene, pranzi e viaggi.

Persino la videopolitca ha un costo: perchè i grandi eventi della politica richiedono grandi investimenti mediatici, e questi soldi da dove arrivano? Non c'è bisogno che sia io a dirvelo.

Una cosa però ve la dico solo: destra o sinistra, questa politica a me un pò stufa. E a voi?

mercoledì 7 aprile 2010

Le suonerie di Roberto Formigoni

Le elezioni sono passate e Formigoni conserva il suo "feudo Lombardo". Ma scavando nel web indovinate un pò che cosa ho trovato? Se pensavate di aver visto tutto, vi sbagliavate! Roberto Formigoni durante la campagna elettorale ha lanciato un nuovo tormentone della comunicazione politica: le suonerie Formigoni. Sentite qua.

Altro che il gattino delle pubblicità che molti di voi vorrebbero non vedere o sentire più. Idee politiche a parte, destra o sinistra, persino un "tecnologico" come me, crede sia troppo.

....E' la Videopolitca che impera....



sabato 20 marzo 2010

Maroni al Teatro Santuccio di Varese per appoggiare la candidatura di Binelli. E Binelli odia i mali della Video Politica.

Ieri sera al Teatro Santuccio di Varese, il Ministro Maroni è sceso in campo per appoggiare l'ex segretario cittadino della Lega Nord, Fabio Binelli, ora Assessore Comunale candidato alle ormai prossime regionali.

Diversi i temi caldi toccati dal ministro Maroni: il federalismo, i rappori con il Pdl e Formigoni, Malpensa e anche altri. Si è persino accennato a una futura candidatura a governatore della Lombardia, certo non direttamente, ma l'allusione è stata chiara, e colta con entusiasmo anche dal pubblico in platea.


Alla fine dell'incontro ho potuto intervistare il candidato regionale Binelli ed è emersa una cosa interessante, che non potevo non pubblicare sul mio blog. Alla domanda "Il Suo slogan in campagna elettorale è “Fabio Binelli. Un uomo autentico per una Lombardia efficiente e sobria.” Ma cosa sin intende per sobria?" ha risposto: «Sobria perché credo sia una necessità che sale dal basso, dai cittadini disgustati da una politica diventata spettacolo: chi in tv parla di più,chi si presenta meglio. Le condizioni del Paese richiedono grande serietà e per affrontare temi seri dobbiamo essere più credibili. Anche certi eccessi di privilegi di certe cariche regionali dovrebbero essere ridiscussi, si dovrebbe ritornare allo spirito di una politica intesa come servizio al cittadino.»

Meno male che ci sono politici che la pensano come me, e che forse potrebbero cominciare a cambiare un pò le cose dall'interno. Nessuno dice "basta alla Video Politica", ma è necessario che la sobrietà torni a fare un pò più da padrona nella politica.

Di seguito il link al pezzo intero su Varese7Press
http://www.varese7press.it/?p=12803

lunedì 15 marzo 2010

Politici e verità - Appello di Ciro Imparato

Ciro Imparato, voice coach, consulente per la comunicazione e autore del libro "La tua voce può cambiarti la vita", lancia un appello ai politici italiani perchè durante questa campagna elettorale siano autentici.

"Vogliamo sentire persone reali...l'Italia ha bisogno di persone autentiche." Ciro imparato coglie così l'essenza del malessere che accomuna molti, moltissimi italiani , che presto dovranno recarsi ancora una volta alle urne e decidre chi votare. Il problema è che i politici sono così lontani dalla realtà, e la gente non si sente più rappresentata da nessuno. E poi gli italiani sono stanchi di scandoli e soprattutto dei litigi per le poltrone...dov'è finita la gente che lottava per i propri ideali e per quelli ("il popolo") che credevano in certi valori? Mah...

Il mezzo che ha scelto Imparato è il popolarissimo You Tube, con il quale certamente raggiungerà molti utenti. Ahimè...il problema non è se la gente guarderà questo video, ma se i politici ascolteranno il suo appello.

lunedì 8 marzo 2010

Scandali ed elezioni. Spin Doctoring?


Questa volta nel mirino è finito Guido Bertolaso, direttore del dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Il 10 febbraio scorso Bertolaso è stato raggiunto infatti da un avviso di garanzia nell'ambito di un'inchiesta sugli appalti del G8 che avrebbe dovuto svolgersi a La Maddalena e poi spostato a L'Aquila. Secondo l'accusa Bertolaso, insieme a diversi imprenditori e altri membri della Protezione Civile, avrebbe fatto parte di uno scenario di corruzione con scambi di favori di svariata natura, anche sessuale, in cambio di appalti.

Su Repubblica.it il 12 febbraio Guido Bertolaso si difendeva sostenendo che lavorando in fretta, facendo in dicei mesi quello che normalmente sarebbe stato fatto in dieci anni, qualcosa potrebbe essere stato fatto male, e qualche attività potrebbe essere sfuggita al suo controllo. «Bertolaso ammette di aver dato forse "eccessiva fiducia ad alcune persone".»

Non sono qui a questionare sulla innocenza o colpevolezza di Bertolaso. D'altra parte un avviso di garanzia non equivale ad una sentenza di condanna.

Piuttosto, mi sorge spontanea una domanda. Lo scandalo che ha coinvolto Bertolaso doveva uscire proprio a ridosso delle elezioni regionali? Se prendiamo per vero, come credono molti, che non sia stato un attacco al governo o alla maggioranza, un dubbio rimane: non si può pensare comunque che forse lo scandalo funzioni come cassa di risonanza per focalizzare l'attenzione e distoglierla da altro? ...Spin Doctoring docet...

sabato 20 febbraio 2010

Cristicchi "porta al festival la politica" ...a modo suo...

Il testo si commenta da sè. La politica in qualche modo è arrivata anche a Sanremo, con Simone Cristicchi e la sua "Meno Male". A quanto pare, la reazione della Première Dame francese non ha tardato ad arrivare. Voci di corridoio infatti sostengono che il "misfatto" avrebbe irritato così tanto Carla Bruni, spingendola a cancellare la sua partecipazione al Festival, dove avrebbe dovuto duettare con Gino Paoli nella serata dedicata alla Leggenda, giovedì 18 febbraio. La notizia è stata smentita dalla stessa Bruni, che ha giustificato la sua assenza con impegni istituzionali. Il dubbio, però, rimane. E soprattutto resta la commistione tra i mondi, con il vantaggio che questa volta a metterla in scena è qualcuno che vuol far riflettere. Complimenti Cristicchi.

Di seguito anche il testo...

La gente non ha voglia di pensare cose - cose negative
la gente vuol godersi in pace le vacanze estive
ci siamo rotti il pacco di sentire che tutto va male
della valanga di brutte notizie al telegiornale
C’è - L’Italia paese di Santi
pochi idraulici e troppe badanti
C’è l’Italia paese della Liberté
Egalité e del Gioca Giuè!
C’è - l’Italia s’è desta ma
dipende dai punti di vista
C’è la crisi mondiale che avanza
e i terremotati ancora in vacanza

Meno male che c’è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c’è
io rido… io rido…
ambarabàciccicoccò soldi e coca sul comò

C’è l’Italia dei video ricatti
c’è la nonna coi seni rifatti
e vissero tutti felici e contenti
ma disinformati sui fatti
Osama è ancora latitante
l’ho visto ieri al ristorante!
Lo so che voi non mi credete
se sbaglio mi corigerete

Meno male che c’è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c’è
io rido… io rido…

La verità è come il vetro
che è trasparente se non è appannato
per nascondere quello che c’è dietro
basta aprire bocca e dargli fiato!
Carla Bruni…. Carla Bruni….

Meno male che c’è Carla Bruni
Siamo fatti così - Sarkonò Sarkosì
Che bella Carla Bruni
se si parla di te il problema non c’è

Io me la prendo con qualcuno
tu te la prendi con qualcuno
lui se la prende con qualcuno
E sbatte la testa contro il muro
Io me la prendo con qualcuno
tu te la prendi con qualcuno
lui se la prende con qualcuno
noi ce la prendiamo con qualcuno….

domenica 14 febbraio 2010

Talk show politici in soffitta durante il mese che precede le elezioni regionali


La Commissione di Vigilanza della Rai ha deciso: niente talk show politici nei trenta giorni che precedono le ormai imminenti elezioni. Che un pò di pulizia andasse fatta, beh, sono mesi che lo dico, tra le righe e non, nelle pagine del mio blog. Ma forse così non è il modo migliore per farlo. Questa decisione sembra più un bavaglio messo a tutte le voci della politica che avrebbero usato il mezzo televisivo. Insomma, i mali della Video Politica si possono evitare in altro modo: cancellare talk show politici e programmi di approfondimento non è certo la soluzione alla politica spazzatura fatta in tv. Spettacolarizzazione, personalizzazione, veline e velone, e tutto quanto contribuisce a rendere bassa la politica dei nostri tempi rimarrà in agguato pronto a tornare alla ribalta subito dopo la campagna elettorale e le votazioni. Non vedere non significa non sapere; quindi ricordatevelo quando i vostri televisori si riaccenderanno, tra poco più di un mese, e i programmi e i protagonisiti di prima "torneranno in passerella".

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201002articoli/52078girata.asp

Varese - Convention Usa per Cattaneo




Una grande convention stile Usa per inaugurare la campagna elttorale per le regionali in Provincia di Varese. Il Grande festeggiato, Raffaele Cattaneo, acclamato dalla folla a più riprese, tanto che in alcuni istanti sembrava di essere sugli spalti allo stadio. Clima di festa e tanti ospiti politici. Per conoscere i punti salienti, ecco il mio pezzo su Varese7Press.

http://www.varese7press.it/?p=11258

domenica 7 febbraio 2010

Politica e barzellette

Prima alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione, poi in visita in Israele a Betlemme nella Chiesa della Natività... questi i luoghi e le occasioni in cui il Premier Silvio Berlusconi si "lascia andare all'umorismo" e racconta due barzellette "a tema", per così dire: una sulla legge e su Gesù Cristo che mandato di nuovo sulla terra finisce condannato all'ergastolo prima perchè "è cambiato davvero tutto sulla terra: c'è la democrazia, la giustizia funziona, è stata perisno abolita la pena di morte!"; poi una sulla nascita di Gesù bambino e il desiderio di Maria di avere "una femminuccia".
Parti politiche a parte - consentitemi il gioco di parole - non sono molto convinto che in occasioni come queste l'ironia possa essere di casa, come si suol dire. Questa potrebbe essere una di quelle conseguenze di cui parlo spesso quando dico che la videopolitica è uno dei mali peggiori della politica italiana. Non sono uno di quei bacchettoni che non crede possibile scherzare durante un incontro diplomatico o in circostanze affini, credetemi, tuttavia credo si tratti di una questione di "tempismo" e di tematiche, scelte non azzeccate che invalidano la politica e i valori che essa dovrebbe rappresentare.
Questioni di punti di vista. E per quanto mi riguarda, riccorrendo a una espressione resa celebre da un personaggio storico della tv italiana: "Silvio, hai toppato!"

venerdì 29 gennaio 2010

Big Brother cattedra di civismo? Ma non facciamo scherzi.

Sto leggendo un libro dedicato alla politica in tv, Politica Pop di Mazzoleni e Sfardini, e di tanto in tanto mi imbatto in qualche assurdità; ma la peggiore che ho incontrato fino ad ora è a pagina 102: "Ma è il reality show per eccellenza, Grande Fratello, ad apparire a vari studiosi, per quanto paradossale possa suonare, per certi versi una cattedra di civismo, specialmente attraverso il televoto. Stephen Coleman è stato il primo a studiare le dimensioni civico-politiche [ma vi pare possibile che ce ne siano? (ndr.)] del Big Brother, versione britannica [....] Coleman vi vede una fonte di "efficacia politica" per i telespettatori, e Hartley [che ha studiato dopo di lui numerosi altri reality del mondo anglosassone (ndr.)], allargando lo sguardo a tutti i formati quotidiani dell'intrattenimento televisivo, ritiene che essi "svolgano una funzione pubblica, rappresentando e insegnando aspetti della cittadinanza contemporanea a vasti ed eterogenei pubblici". In particolare il Big Brother "fa vedere azioni e meccanismi che ispirano i telespettatori a partecipare al processo elettorale."
A quanto pare Coleman, studioso e ricercatore londinese di Comunicazione Politica, in un suo saggio intitolato A Tale of Two Houses: The House of Commons, The Big Brother House and The People at Home ha analizzato le caratteristiche di queste due "case" e individuato due tribù distinte, una nel pubblico del Grande Fratello inglese, l'altra negli osservatori della Casa dei Comuni. Discutendo sul perchè queste due case e i due rispettivi pubblici siano così diversi e sulle possibili soluzioni per colmare in futuro questo "gap", sembra aver rintracciato nel format del Big Brother un esempio di civismo da seguire.
Ora, io non ho letto l'intero saggio, difficile da reperire, ma da quanto ho letto sul libro Politca Pop e nelle mie ricerche su Internet, sono giunto alle mie conclusioni, e le domande sorgono spontanee: ma stiamo scherzando vero? Che programma ha visto Coleman? A meno che la versione inglese sia profondamente differente da quella italiana, ma personalmente non credo, com'è possibile rintracciare tracce di "esempio di civismo da seguire" in una trasmissione dove volano insulti e bicchieri, dove tutti vanno con tutti e tutti si innamorano di tutti, e dove, senza offesa, l'ignoranza è di casa?
Forse, anche se io non sono di questa opinione, potremmo considerare il Grande Fratello un buon programma di intrattenimento, ma certamente non un esempio di civismo, perchè se quello è l'esempio da seguire, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione al processo elettorale, io preferisco essere un "cattivo cittadino".

giovedì 7 gennaio 2010

Mio commento pubblicato su Affaritaliani.it giovedi 7 gennaio 2010

Travaglismo? Il dibattito continua - Affaritaliani.it

“Forse non è il caso di fare di tutta l’erba un fascio. Se parliamo di “nuovi contestatori” dobbiamo stare attenti a quello che intendiamo. Chi vuole indicare il Professor Panarari? Si tratta dei contestatori di “oggi” o dei “contestatori della nuova generazione”? Forse non dovremmo dimenticare che fino ad una anno e mezzo fa al governo c’era il centro-sinistra, e di contestatori ce n’erano altrettanti. Dove sarebbero finiti? Non credo siano scomparsi o si siano tutti convertiti al travaglismo, al dipietrismo o ad altre innovative filosofie politiche. E allora perché non tenerli in considerazione?”

Così Marco Baruffato, 26 anni, varesino, freelance e addetto stampa interviene nel dibattito lanciato da affari sulle nuove generazioni politiche.

“Sinceramente quando penso al contestatore della nuova generazione, devo ammettere con rammarico, che qualche volta mi capita di pensare a gente che spesso non conosce nemmeno davvero quello per cui è sceso in piazza a protestare. Questi nuovi contestatori sono certamente figli «dell’epoca dei reality» e «dell’età della fine delle ideologie», ma anche figli di un epoca in cui la politica si è talmente spettacolarizzata e personalizzata da spersonalizzarsi, fino a diventare un “circo di nani e ballerine”, parafrasando una nota affermazione del socialista Rino Formica.

Il Professor Panarari mi trova d’accordo sulla frequentazione del mondo online come strumento di lotta politica delle classi più giovani, di opposizione e non ovviamente. Condivido soprattutto l’idea in merito al dibattito che creano in Internet, costretti però a subire «la mancanza di una dimensione politica reale. Assenza di riferimenti. Crisi profonda». Tuttavia credo siano due posizioni differenti a spingerci a parlare di assenza di una dimensione reale della politica. Perché mentre Panarari basa la sua opinione sulla «latitanza del partito» (il Pd) che non offre a questi giovani contestatori una base da cui partire, io ritengo che la ricerca di nuovi mezzi alternativi, per altro sempre più affollati anche dalla classe politica, sia espressione di un consapevole quanto inconsapevole rigetto della politica di oggi, che cannibalizza gli spazi mediatici, televisivi soprattutto, per mettere in scena di continuo il suo spettacolo.”

Poi prosegue disincantato nella sua disamina: “D’altra parte non si può più nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere la “malattia” di cui soffre la nostra politica: una “mutazione genetica” che l’ha trasformata in Videpolitica.

La cosa che mi lascia più perplesso è il «sentimento» di cui parla Panarari in conclusione. E mi lascia perplesso perché, se anch’io sono convinto che la politica sia emotiva e che “gli attori sul palco” parlino alla “pancia della gente”, non mi sembra chiaro se per Panarari a “guidare” in piazza i contestatori sia la preoccupazione materiale per il proprio futuro o il sentimento di indignazione.”

E conclude: “Credo si tratti di entrambe le cose, anche se, pur non volendo sminuire in alcun modo i sensattottini e le generazioni precedenti che hanno combattuto per qualcosa, mi piacerebbe capire se davvero a muoverli fossero solo gli ideali; se siamo dunque solo noi giovani di oggi a preoccuparci del nostro futuro e a riempire le piazze per la «preoccupazione materiale». E questo tanto a destra quanto a sinistra, perché non si vive di sole ideologie o di qualcosa che gli somiglia. Specialmente in un epoca in cui le ideologie sono morte e l’unica cosa imperante è la Videopolitica, certamente più “Video” che “Politica”. Questo è il male contro cui si dovrebbe combattere, non il travaglismo, il berlusconismo o il dipietrismo.”


Non potevo non dedicare ampio spazio sul blog al mio commento pubblicato da Affaritaliani.it in merito al dibattito sulle nuove generazioni politiche scoppiato sulle pagine della testata online. Ringrazio vivamente il Direttore e la Redazione per averlo pubblicato integralmente senza revisioni significative. Vi lascio alla lettura...

Di seguito per correttezza il link diretto della pagina di Affaritaliani.it, dove troverete anche i link degli artcioli correlati. http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/travaglismo_dibattito_continua070110.html