"Bisogna cominciare a dire la verità, ma io ho scelto la parola sbagliata". Con questa frase, durante la trasmissione di LA7 "8 e Mezzo", Michel Martone ha cercato di riparare all'offesa rivolta a tutti i 28enni non ancora laureati, definiti superficialmente "sfigati".
Un grave errore commesso durante la sua prima apparizione pubblica come Vice Ministro del Lavoro, che certamente non è passato inosservato.
"Sono dispiaciuto per come è stata interpretata e per i giovani che si sono sentiti offesi". "Tuttavia, ha aggiunto, "sono sfortunati quelli che aspettano tanto per laurearsi perché il mercato del lavoro si fa sempre più difficile, più tardi ci si laurea più difficile è trovare lavoro. Questa è una verità scomoda."
Troppo tardi e troppo comodo. Un personaggio pubblico che ricopre un incarico di prestigio come quello di Vice Ministro del Lavoro, con delega all'occupazione giovanile e alle politiche del lavoro, non può permettersi di fare di tutta un erba un fascio. Soprattutto viste le "scomode verità" che lo riguardano.
Mentre chi davvero prova ad impegnarsi - cercando di barcamenarsi fra tasse universitarie salatissime e la precarietà di lavori umili e sottopagati - viene umiliato ed etichettato in questo modo, infatti, il giovanissimo Michel Martone non sembra aver dovuto affrontare grandi difficoltà per arrivare dove si trova ora.
Figlio del già noto Antonio Martone, giudice di spicco che presidiò persino la celebre Commissione Anti-fannulloni voluta dall'ex ministro Brunetta, è stato promosso a titolare di una cattedra come docente universitario ordinario a soli 29 anni in un paese dove l'età media per diventare ricercatore è 35. La sua carriera accademica è stata brillante e fulminea fino ad arrivare al governo. Per una persona che è stata assistita da tutta questa "fortuna" è facile parlare. Ecco perchè non si può accettare un simile giudizio. Si pretende di più da qualcuno che è chiamato ad impegnarsi per risolvere i problemi dell'Italia e dei giovani italiani.
D'altra parte, tuttavia, non c'è da stupirsi troppo visto che il Vice Ministro del Lavoro segue semplicemente l'esempio dei suoi illustri colleghi Padoa Schioppa - che diede ai giovani l'appellativo di "bamboccioni" - e del ministro Brunetta che era tanto affezionato al termine "fannulloni".
Insultare continua dunque ad essere una moda. Ma la politica non è una moda. E ora che hai fatto un tanto burrascoso ingresso nella vita politica del nostro Paese, caro Martone Junior, dovrai rassegnarti ad essere messo al microscopio.
Perchè essendo lei, Ministro, una delle rare occasioni in cui abbiamo un giovane al governo, non possiamo permetterci che siano queste le idee che ci rappresentano.
Questo blog si propone come un grande contenitore in cui regna sovrano l'argomento "politica". Non solo la politica in senso stretto, ma anche quelle sue manifestazioni tipiche ormai dell'era della tv: spettacolarizzazione, personalizzazione, spin doctoring, e tanto altro. Non solo un "calderone di opinioni e commenti", ma anche per certi versi una specie di “guida alla navigazione” nell’universo dell’ “Altra Politica”, la Videopolitica.
giovedì 26 gennaio 2012
giovedì 12 gennaio 2012
Salvagente: Papa no, ma Tedesco, Milanese e Cosentino si.
Solo per una manciata di voti, ma Nicola Cosentino è salvo. ''Mi dimetto da coordinatore regionale Pdl'' - ha dichiarato. Ci mancherebbe, rispondo io.
Non è possibile pensare che la gente comune, quella che fatica ad arrivare a fine mese, quella che se ruba una mela al supermecato viene arrestata, possa accettare l'ennesimo caso in cui il Parlamento salva un deputato dall'arresto.
Eppure la storia è piena di casi simili. E negli ultimi mesi alcuni nomi hanno fatto capolino su tutti i principali media, dalla tv ai giornali. Papa è finito in manette, ma Tedesco, Milanese e Cosentino no.
Sarebbe anche giunto il tempo delle spiegazioni. Ma quale solidarietà! Come può un ex ministro come Scajola o il capogruppo del Pdl Cicchitto esprimere "manifestazioni di solidarietà" per il collega beccato con le mani nella marmellata?
E la Lega, ancora una volta, con una mano toglie ed una dà. Sa da una parte continua a urlare "Roma ladrona", dall'altra mi cade su una buccia di banana come questa, lasciando "libertà di coscienza" per il voto, con il senatur che commenta "Quando si tratta di arresti, bisogna stare tranquilli".
Come si può credere ancora che, in un momento di crisi così delicato, la democrazia debba subire un ulteriore attacco proprio al cuore dei suoi principi? Come si può pensare che la gente non sia schifata e, soprattutto, come si può liquidare tutto con una frase che invita a "stare tranquilli"? Il leader del carroccio o sta perdendo colpi o sta giocando di nuovo al gatto e al topo.
Se a questo aggiungiamo la segretezza del voto - che fa sembrare ancora più meschino il salvataggio - il quadro è completo. E mentre il deputato Cosentino si dice "completamente estraneo ai fatti" e il governo continua a macinare interventi per salvare l'Italia dal default, la gente si indigna sempre di più e alcuni - in primis il sottoscritto - cominciano a chiedersi: ma chi salverà l'Italia da questi cialtroni che continuano ancora a farsi chiamare politici?
Eppure, c'è gente che certi personaggi li appoggia incondizionatamente. Come risulta evidente dai messaggi sulla bacheca Facebook di Nicola Cosentino. Come dice il mio amico Matteo Marini, direttore di Wild Italy, Robert Kennedy aveva ragione: "ogni società ha il tipo di criminali che si merita."
foto e dichiarazioni tratte da Adnkronos
Non è possibile pensare che la gente comune, quella che fatica ad arrivare a fine mese, quella che se ruba una mela al supermecato viene arrestata, possa accettare l'ennesimo caso in cui il Parlamento salva un deputato dall'arresto.
Eppure la storia è piena di casi simili. E negli ultimi mesi alcuni nomi hanno fatto capolino su tutti i principali media, dalla tv ai giornali. Papa è finito in manette, ma Tedesco, Milanese e Cosentino no.
Sarebbe anche giunto il tempo delle spiegazioni. Ma quale solidarietà! Come può un ex ministro come Scajola o il capogruppo del Pdl Cicchitto esprimere "manifestazioni di solidarietà" per il collega beccato con le mani nella marmellata?
E la Lega, ancora una volta, con una mano toglie ed una dà. Sa da una parte continua a urlare "Roma ladrona", dall'altra mi cade su una buccia di banana come questa, lasciando "libertà di coscienza" per il voto, con il senatur che commenta "Quando si tratta di arresti, bisogna stare tranquilli".
Come si può credere ancora che, in un momento di crisi così delicato, la democrazia debba subire un ulteriore attacco proprio al cuore dei suoi principi? Come si può pensare che la gente non sia schifata e, soprattutto, come si può liquidare tutto con una frase che invita a "stare tranquilli"? Il leader del carroccio o sta perdendo colpi o sta giocando di nuovo al gatto e al topo.
Se a questo aggiungiamo la segretezza del voto - che fa sembrare ancora più meschino il salvataggio - il quadro è completo. E mentre il deputato Cosentino si dice "completamente estraneo ai fatti" e il governo continua a macinare interventi per salvare l'Italia dal default, la gente si indigna sempre di più e alcuni - in primis il sottoscritto - cominciano a chiedersi: ma chi salverà l'Italia da questi cialtroni che continuano ancora a farsi chiamare politici?
Eppure, c'è gente che certi personaggi li appoggia incondizionatamente. Come risulta evidente dai messaggi sulla bacheca Facebook di Nicola Cosentino. Come dice il mio amico Matteo Marini, direttore di Wild Italy, Robert Kennedy aveva ragione: "ogni società ha il tipo di criminali che si merita."
foto e dichiarazioni tratte da Adnkronos
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